Adozioni dimezzate in tre anni

adozioni-sardegnaCalano le adozioni in provincia e nella città di Trento. Un calo marcato nell’ultimo triennio. In Trentino nel 2012 le istanze presentate da coppie aspiranti all’adozione erano state 64, nel 2013 erano calate a 48, nel 2014 erano 40 e l’anno scorso 34. A livello cittadino si è passati dalle 23 richieste del 2012 alle 13 del 2013, risalite a 18 nel 2014 e scese nei primi nove mesi dell’anno scorso. Diversi i fattori che hanno provocato questa crisi di «vocazioni». Un tema che viene approfondito da L’Adige oggi 17 febbraio in edicola.

Il primo è banalmente il perdurare della crisi economica, che incide anche in termini di calo delle nascite. Ma ci sono anche fattori internazionali che dipendono dai Paesi di provenienza dei bambini nel caso delle adozioni internazionali; capita che la politica delle nazioni di origine sia di maggiore o minore apertura nei diversi periodi storici e questo influisce anche sulla disponibilità di bambini da adottare. Inoltre c’è lo sviluppo della procreazione assistita ad allontanare in molti casi l’ipotesi adozione. E i tempi lunghi necessari che in qualche caso finiscono per scoraggiare la coppia. Il paradosso è che visti i numeri ridotti sono aumentati gli spazi di operatività dell’amministrazione pubblica che è in grado di prestare un servizio sempre più puntuale a coloro che vogliono adottare un bambino.

Nella seduta del 9 febbraio scorso il consiglio comunale ha approvato il disciplinare tra Provincia e Comune, documento che conferma le modalità di adozione avviate negli anni scorsi. Il Comune, attraverso l’area adozioni del servizio Attività sociali, svolge una funzione di accompagnamento della famiglia nelle varie fasi dell’adozione, dalle prime informazioni alla preparazione, continuando anche dopo l’adozione a seguire e sostenere genitori e bambini.

Queste attività vengono svolte anche per i Comuni di Aldeno, Cimone e Garniga Terme, nonché per le Comunità RotalianaKoiiisgsberg, Pagariella, Valle di Cembra e Valle dei Laghi, mettendo a disposizione l’apparato logistico necessario ed assegnando assistenti sociali, e un supporto viene assicurato anche alla Comunità Alta Valsugana. In questo contesto gli assistenti sociali hanno avviato diversi progetti specifici come il Progetto Scrigno, spazio di ascolto del bambino adottivo, progetti che coinvolgono nonni e zii, e un tavolo di lavoro tra genitori che hanno adottato figli adolescenti.