Adozioni internazionali. Repubblica intervista Laera (CAI), Maggia (Tribunale di Brescia), Griffini (Ai.Bi.) e i protagonisti dell’Officina dei Miracoli: genitori e figli adottivi.

“Dove lo avete comprato?”: antidoto in quattro mosse allo stupidario sulle adozioni  Lo speciale a cura di Cecilia Greco, pubblicato su Repubblica.it, è la risposta documentata a quattro temi ricorrenti sulle adozioni internazionali.

Lo senti tuo? Quanto si adotta in Italia? Solo i ricchi possono adottare? L’adozione è una scelta da super eroi? Domande ricorrenti che trovano una risposta nello speciale di Cecilia Greco  “Dove lo avete comprato?”: antidoto in quattro mosse allo stupidario sulle adozioni  pubblicato su Repubblica.it.

Un elenco di esperienze, dati e norme che non sempre si conoscono, raccolte attraverso interviste a figli e genitori adottivi, al presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, Laura Laera, al presidente del Tribunale per i minorenni di Brescia, Cristina Maggia, a Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini e altri operatori del settore.

In Italia i bambini dichiarati adottabili sono molti meno rispetto alle coppie che desiderano adottare. A questo va aggiunto che il nostro Paese è al primo primo posto in Europa per numero di minori adottati, secondo al mondo solo agli Stati Uniti.

Partendo da questi dati positivi, bisogna però segnalare un lieve calo delle dichiarazioni di disponibilità all’adozione nazionale e un calo molto più significativo che riguarda le richieste di idoneità per l’adozione internazionale.

Cristina Maggiapresidente del Tribunale dei Minori di Brescia – chiarisce “Le dichiarazioni di disponibilità all’adozione nazionale, cioè l’intenzione che una coppia comunica al Tribunale di adottare un bambino nato in Italia, sono passate da 12.799 nel 2009, scendendo sino a 9.007 nel 2015. Così come risultano in forte calo le domande di idoneità all’adozione internazionale passate nel 2009 da 5.961 fino a 3.668 nel 2015”. “Ci troviamo davanti a una concomitanza di situazioni” – spiega Cristina Maggia –  la crisi economica, l’incertezza nel futuro, le pratiche di fecondazione assistita sempre più diffuse, i pochi bambini piccolissimi adottabili in Italia e all’estero”.

La Commissione per le Adozioni Internazionali, per far fronte a questo calo, sta riattivando canali di relazioni internazionali con paesi che erano rimasti non coltivati. Siamo andati in Vietnam e Cambogia, abbiamo ospitato la delegazione del Burkina Faso e dell’Etiopia.” – è la risposta di Laura Laera, presidente della Commissione per le adozioni internazionali – “Ci stiamo muovendo per migliorare o ripristinare rapporti con i paesi di provenienza dei bambini, magari attivando anche nuovi stati: è un percorso in progressione.”.

Il calo delle adozioni internazionali, per Marco Griffini – presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini – ha origini diversificate “C’è un cambiamento nella cultura, anche in quella degli operatori che si occupano di adozione, molte volte, a quanto ci risulta, le coppie non vengono adeguatamente preparate e rinunciano. Non solo, per quanto ci riguarda, l’adozione, come tutte le altre forme di genitorialità dovrebbe essere gratuita, non bastano i rimborsi, servirebbero tutele maggiori. Anche il post adozione ha le sue criticità: dobbiamo sempre ricordare che il bambino adottato è “malato di abbandono”, può avere problemi psicomotori, ritardi. Il male dell’abbandono è reale e dovrebbe esserci un sistema assistenziale più forte ed efficiente”.

Ricche di emozioni le testimonianze dei protagonisti dell’adozione. “Un genitore – racconta Elena Poma, mamma adottiva – rinasce un’altra volta, insieme al figlio. Andrea mi chiamava ‘mamma pasticciona’. A volte sbagliavo, ma capivamo come fare insieme, fianco a fianco, con rispetto”.

Guardate che se ci siamo riusciti noi, potete farlo anche voi. Non è una cosa da supereroi” – secca la risposta di Luca Guerrieri, famiglia adottiva di Ai.Bi. e coordinatore regionale del Gruppo Famiglie Locali di Ai.Bi. Lazio.

Non ci aspettavamo che una bambina così piccola ponesse domande così grandi. Voleva incontrare la ‘mamma della pancia’, quando le ho chiesto perché mi ha detto: ‘Voglio dirle, guarda cosa ti sei persa“, così Silvia Zappa –famiglia adottiva di Ai.Bi. – sgombra ogni ombra di dubbio sul miracolo dell’adozione internazionale.

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