Asili nido: il Recovery fund troverà una soluzione? Ecco i numeri del fallimento

In Italia oggi siamo ben lontani dal 33% di posti previsti dall’Unione Europea

La disoccupazione femminile in Italia è anche questione di… asili nido…

Il nostro Paese in fatti non brilla per numero di strutture.  Secondo una ricerca Istat riportata dal web magazine Universo Mamma, in Italia, nel 2018/2019 gli asili nido sarebbero stati circa 13.000 con la possibilità di accogliere in totale 355.829 bambini da 0 a 2 anni.

 Secondo quanto riportato dal Post, nel 2019 negli asili nido italiani sarebbero stati riscontrati 25,5 posti ogni 100 bambini sotto i tre anni. 

Quasi una vincita alla lotteria, anche perché se gli asili nido pubblici scarseggiano quelli privati non sono di certo a buon mercato, con buona pace delle giovani coppie ma soprattutto delle mamme costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia.

Sempre Universo Mamma rende noto inoltre, come le strutture non siano dislocate in modo uniforme in tutto lo stivale, ma si concentrino soprattutto nel nord della Penisola e maggiormente nelle grandi città. Se a questo si somma come il 19,59% delle giovani donne italiane, tra i 25 e i 34 anni non lavori e come nelle zone dove la mancanza di asili nido pubblici è maggiore, sia più alto l’indice di disoccupazione femminile, non è possibile non supporre una minima correlazione tra i due fenomeni.

La Ue chiede posti per il 33% del del numero totale di bambini sotto i tre anni di ogni Paese

Già il Consiglio europeo nel 2002  aveva chiesto agli Stati membri di incrementare il numero di posti messi a disposizione negli asili nido per arrivare a coprire il 33% del numero totale di bambini sotto i tre anni di ogni Paese, al fine di «sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro» riporta il Post, ma in Italia siamo ancora lontani.

Un impegno del governo si rende necessario. Investire per giungere a quel 33% stabilito dall’Unione Europa, vuol dire investire sui giovani, sulla famiglia, sul futuro, obiettivo fondamentale in un momento storico dove la natalità ha raggiunto, come ha sottolineato anche il Papa, il suo inverno più buio e la decisione di puntare sull’occupazione femminile e sugli asili nido contenuta nel Recovery Plan sembra essere già un buon punto di inizio.