Un “Boom” di bambini fuori famiglia nei centri di accoglienza: la crisi dell’infanzia in Europa

Oltre 337.000 minori vivono in strutture di accoglienza, con drammatici impatti psicologici che durano ben oltre il raggiungimento della maggiore età, quando si troveranno da soli ad affrontare la vita

In Europa, un numero record di 337.287 minori vive attualmente all’interno di strutture di accoglienza, separati dalle loro famiglie d’origine.

Il report

Questo dato è stato rivelato dal report dell’Unicef “Keeping families together in Europe“, che analizza il fenomeno della separazione familiare nel continente. Si tratta di bambini tra 0 e 17 anni che vedono negato il diritto fondamentale di crescere in un ambiente familiare sicuro e accogliente.
Un dato preoccupante, però, è che questo numero potrebbe rappresentare solo una parte del problema, poiché la raccolta di dati sul fenomeno è ancora insufficiente e incoerente. L’Unicef ha posto come obiettivo il 2030 per eliminare completamente la necessità di strutture di accoglienza per minori in Europa, ma il percorso appare complesso e lungo.
Il numero di bambini in queste strutture è spesso un indicatore della capacità di un Paese di proteggere l’infanzia. Più è alto il tasso di minori presenti nei centri di accoglienza, più emerge l’incapacità dei sistemi nazionali di rispondere alle esigenze dei bambini e delle famiglie, impedendo così di mantenerle unite. Attualmente, si stima che in Europa 277 bambini ogni 100.000 vivano in strutture di accoglienza, una cifra quasi tre volte superiore alla media globale di 102 ogni 100.000.

Le emergenze umanitarie

L’allontanamento dai genitori spesso avviene in circostanze drammatiche, come guerre, carestie o emergenze umanitarie, con un impatto psicologico duraturo su bambini e famiglie. I minori che crescono in grandi istituti, ormai presenti solo in alcuni Paesi dell’Europa, sono particolarmente vulnerabili a negligenza emotiva, abusi e sfruttamento, con effetti che spesso si prolungano fino all’età adulta. Questi bambini, infatti, hanno maggiori probabilità di essere emarginati dalla società, di cadere nella dipendenza da alcol o droghe, e di subire violenze o finire in prigione.

I bambini con disabilità

Un altro aspetto allarmante è che i bambini con disabilità hanno una probabilità molto più alta di essere inseriti in istituti. In alcuni Paesi europei, come Ucraina, Serbia e Bosnia-Erzegovina, i minori disabili rappresentano una percentuale significativa di coloro che si trovano nelle strutture di accoglienza, con percentuali che vanno dal 66% al 78%.
Tuttavia, è evidente che le famiglie emarginate e quelle con minori con disabilità necessitano di maggiore sostegno e di servizi di base, come assistenza sanitaria e istruzione, per evitare che il ricorso agli istituti continui a essere l’unica soluzione possibile.

[Fonte: L’Osservatore Romano]