Bolivia. Perché l’adozione oggi è più che mai necessaria? La risposta in un Convegno Internazionale a Santa Cruz

Con il convegno internazionale “El proceso de adopción y su significado”, raggiunge il culmine il programma di 10 giorni del primo Vertice Internazionale organizzato da Ai.Bi. in Bolivia per promuovere la riflessione e sensibilizzare la società civile nei confronti dell’adozione. Presente il vicepresidente CAI Vincenzo Starita ed eminenti professori ed esperti come gli spagnoli Jesús Palacios e Charo Blanco Guerrero

È partito l’11 di ottobre, con una conferenza stampa a La Paz, il primo vertice internazionale sull’adozione organizzato da Ai.Bi. in Bolivia nell’ambito del progetto “Dal Nido: dalla Nascita, l’Identità, i Diritti, e le Opportunità” finanziato dalla CAI e coordinato dalla stessa associazione in partnership con tutti gli Enti Autorizzati italiani operativi nel Paese.
All’interno di questo evento, che prevede una serie di incontri, dibattiti, visite da parte delle autorità, nonché il lancio della campagna di sensibilizzazione “Tu sei il pezzo mancante”, accompagnato al “Manifesto per l’adozione”, il momento clou è previsto per lunedì 17 e martedì 18, quando a Santa Cruz della Sierra è previsto il Convegno Internazionale “El proceso de adopción y su significado”.

Il Convegno Internazionale sull’adozione a Santa Cruz

Il programma della due giorni si apre con il saluto di Manuela Di Spaldro, cooperante di Ai.Bi. in Bolivia e principale coordinatrice di tutto l’evento. Seguono gli interventi di Vincenzo Starita, vicepresidente della Commissione per le Adozioni Internazionali italiana; Jesús Palacios, del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione dell’Università di Siviglia, in Spagna, esperto in materia di adozione e affido; Charo Blanco Guerrero, psicologo clinico che dal 1999 lavora con le famiglie adottive svolgendo l’intero processo di formazione e valutazione pre-adottivo.
Al convegno parteciperanno anche i rappresentanti degli enti autorizzati all’adozione in Bolivia, il VIO (Viceministerio de Igualdad de Oportunidades) – l’autorità centrale per le adozioni internazionali, e altre autorità locali come il Sedepos di Santa Cruz; il Tribunale e il SEDEGES di La Paz, la Defensoría de la Niñez di El Alto
Lo scambio di esperienze e gli spunti di riflessioni offerti dal Convegno diventeranno i punti di partenza per una più generale discussione sullo stato dell’adozione in Bolivia, dove secondo gli ultimi dati, riferiti al 2019, i bambini e gli adolescenti presenti nei centri di accoglienza sono 5.678, equamente distribuiti tra femmine (il 51%) e maschi e per il 71% di un’età compresa tra 7 e 18 anni.

I progetti di Ai.Bi. in Bolivia

Diversi di questi minori sono i beneficiari dei progetti che Ai.Bi. porta avanti nel Paese fin dal 2004. Nei giorni precedenti il convegno, una delegazione della CAI, guidata dal vice presidente Vincenzo Starita, è andata a visitare alcune di queste realtà, come l’orfanotrofio Niño Jesus, che ospita bambini piccoli, e dove grazie al progetto “Dal Nido: dalla Nascita, l’Identità, i Diritti, e le Opportunità”, cofinanziato dalla Commissione Adozioni Internazionali e coordinato da Ai.Bi. in partenariato con tutti gli Enti Autorizzati italiani operativi in Bolivia, è stato realizzato uno dei tre spazi Montessori pensati per sviluppare le capacità e il potenziale dei minori accolti all’interno delle strutture. Gli altri due si trovano all’orfanotrofio Gota de Leche, nella città di Oruro, e José Soria, sempre a la Paz.
La delegazione si è poi spostata all’istituto Félix Mendez Arcos, dove si è tenuta una significativa cerimonia di consegna dei diplomi da parte di Vincenzo Starita ai ragazzi destinatari delle attività di formazione che Ai.Bi. porta avanti da tempo nell’ambito dei propri progetti nel Paese.

Tornando a “El proceso de adopción y su significado”, a chiudere la serie di iniziative previste ci sarà, il 22 e 23 ottobre, l’incontro nazionale delle famiglie adottive, ultimo step di un evento che sta davvero raccogliendo grandi consensi e attenzione, nella consapevolezza che questo sia solo l’inizio. Un po’ come succede per l’adozione, che – come afferma Manuela di Spaldro: “Non si ferma certo con l’ingresso del minore in famiglia, ma richiede di seguire il bambino anche dopo, sostenere le famiglie e affrontare, insieme, una serie di sfide”.