Le novità del “libretto di famiglia”: una modalità comoda e veloce per i piccoli pagamenti

Grazie al Libretto di Famiglia i nuclei familiari possono pagare in maniera regolare e rapida baby sitter, assistenti domiciliari, ripetizioni scolastiche e piccole riparazioni domestiche, fino a 5mila euro totale nel corso dell’anno

Il libretto di famiglia è uno strumento che esiste dal 2017 ed è stato pensato per regolarizzare, facilitare e velocizzare il pagamento di prestazioni occasionali da parte delle famiglie, come, giusto per fare qualche esempio delle situazioni più frequenti, pagare baby sitter, assistenti domiciliari, piccole riparazioni domestiche e ripetizioni private.
Il libretto di famiglia, che è nominativo e prefinanziato (ovvero va “caricato” attraverso versamenti con modulo F24 o attraverso il sito dei pagamenti dell’INPS), è composto da singoli buoni da 10 euro che possono essere utilizzati per i pagamenti. Dei 10 euro del singolo buono, il compenso netto che finisce al lavoratore è di 8 euro, mentre le restanti parti sono da dividere tra contribuzione alla Gestione Separata (1,65 euro), assicurazione Inail (0,25 centesimi) e oneri gestionali (0,10 centesimi).

Come utilizzare il libretto di famiglia

Con la nuova Legge di Bilancio, il governo guidato da Giorgia Meloni ha apportato alcune modifiche al Libretto di Famiglia, la principale delle quali riguarda l’importo massimo dei pagamenti che è possibile effettuare con questo mezzo, ovvero 5 mila euro totali (sommando gli importi versati a tutti i soggetti), mentre il limite di pagamenti verso un singolo soggetto è di 2.500 euro.
Per chi riceve i pagamenti tramite Libretto i Famiglia, invece, l’importo massimo è di 10mila euro, sommando tutti i compensi ricevuti dai differenti “datori di lavoro” nell’arco dell’anno.
Nel concreto, per effettuare un pagamento tramite Libretto di Famiglia, l’utilizzatore, che deve essere iscritto al portale INPS Prestazioni di lavoro occasionale e libretto famiglia, deve comunicare entro il terzo giorno del mese successivo a quello nel quale si è svolta la prestazione, i dati del “prestatore” (ovvero il soggetto da pagare che a sua volta deve essere registrato al servizio), comprensivi dei dettagli su durata e luogo della prestazione.
A questo punto spetterà all’INPS, entro il 15 del mese, erogare i compensi nella modalità scelta dal prestatore al momento della sua registrazione sulla piattaforma.