BAMBINIxLAPACE. Sradicati, adottati, dimenticati: Il futuro incerto dei bambini ucraini portati in Russia

Un crimine di guerra dimenticato: ventimila bambini ucraini sono stati deportati in Russia e Bielorussia durante la guerra. Che cosa ne sarà di loro dopo la firma della pace?

Negli ultimi tre anni, la guerra in Ucraina ha portato con sé non solo devastazione e sofferenza, ma anche un crimine che richiama i momenti più bui della storia: la deportazione sistematica di bambini ucraini in Russia.

La deportazione dei bambini ucraini

Secondo le stime di Kiev, almeno ventimila minori sono stati sottratti alle loro famiglie e portati oltre confine, con il rischio che il numero reale sia molto più alto.
Questa pratica ha avuto inizio alla vigilia dell’invasione russa su larga scala e, da allora, si è trasformata in un’operazione metodica. I bambini vengono raccolti in campi di custodia sparsi in diverse regioni della Russia, tra cui la Crimea, Mosca, Kazan, Ekaterinburg e persino la Siberia. Qui, spesso vengono adottati da famiglie russe e sottoposti a un lavaggio del cervello che mira a cancellare la loro identità ucraina.

Le domande sul destino dei bambini rapiti

Ora, che gli assetti sono cambiati e si sta parlando di una possibile tregua tra Russia e Ucraina, nella speranza che questa porti a una pace duratura, sono inevitabili le domande sul destino di questi bambini.
Che cosa ne sarà di loro? Saranno stati adottati da famiglie russe? Ritorneranno? Saranno oggetto di trattative?

Le giustificazioni

Un’indagine condotta dall’Università di Yale e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha documentato ampiamente questo fenomeno, mostrando come il Cremlino giustifichi la deportazione come un’operazione umanitaria volta a “salvare” i bambini dalla guerra. In realtà, si tratta di una strategia mirata a eliminare ogni traccia della loro origine. Molti di questi minori, in particolare quelli disabili, vengono prelevati da orfanotrofi o istituti di assistenza e trasferiti forzatamente in Russia o Bielorussia, dove ricevono nuovi documenti e una nuova identità.
La testimonianza di una bambina deportata, riportata dal “The Guardian”, è straziante: “Ogni giorno mi dicevano che sarei rimasta qui per sempre, che non avrei mai lasciato la Russia. Mi ripetevano che l’Ucraina non esiste, che non è mai esistita, che siamo tutti russi… A volte gli altri ragazzi mi picchiavano perché ero filo-ucraina.”
La gravità di questi rapimenti ha spinto il Tribunale penale internazionale a emettere un mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin e del commissario russo per i diritti dell’infanzia, Marija L’vova-Belova. L’accusa è chiara: la Russia ha agito con l’intenzione di rimuovere permanentemente i bambini dall’Ucraina, in una politica di assimilazione forzata che ricorda le deportazioni staliniane.

Identità cancellate

La BBC ha inoltre scoperto che alcuni bambini ucraini sono stati portati a Mosca, privati dei loro documenti originali e registrati come nati in Russia. Un altro studio dell’Università di Yale ha rivelato che tra il settembre 2022 e il maggio 2023 almeno 2.400 bambini tra i 6 e i 17 anni sono stati deportati in Bielorussia dalle regioni occupate di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. Il presidente bielorusso Lukashenko, fedele alleato di Putin, ha descritto questa operazione come un atto di “cura”, promettendo di accogliere i bambini nelle famiglie bielorusse per “renderli più felici”.
Nonostante qualche tentativo diplomatico, come quello portato avanti dal Vaticano e dal cardinale Matteo Zuppi, il ritorno di questi bambini alle loro famiglie rimane un miraggio. Nei negoziati internazionali, la loro sorte è relegata in secondo piano, oscurata da discussioni su territori contesi, sanzioni e risorse strategiche.

[Fonte: La Ragione – leAli alla libertà]

Il tuo sostegno ai bambini dell’Ucraina

La guerra ha distrutto molto, ma non ha cancellato la speranza. Come i bambini sognano di costruire un mondo più sicuro in cui vivere, così anche noi dobbiamo continuare a lottare per restituire ai più vulnerabili quella stessa speranza e sicurezza. Ogni gesto di aiuto, ogni sorriso di un bambino che riceve un’educazione, ogni mano tesa a chi ha bisogno, sono segnali che insieme possiamo ricostruire un futuro di pace e di benessere per tutti.
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