Caro Gesù Bambino,

mi chiamo Carlos e Ti vorrei raccontare la mia storia.

Ricordo bene la mia casa, vivevo con la mia mamma e i miei fratellini in un quartiere di una grande città. Non era proprio la nostra casa, dovevamo viverci in tanti dentro perché altre persone, come noi, non avevano un tetto e un posto dove dormire.

Sono vissuto sempre insieme ai miei fratelli e molto spesso ero io che li cercavo e li proteggevo, perché la mia mamma usciva spesso di casa per cercare lavoro.

Il mio papà non l’ho mai conosciuto.

Quando mia mamma era a casa ci insegnava a ballare, a me ed Esteban… è l’unica cosa che ricordo di lei.

Io, quando rimanevo da solo con i miei fratellini, avevo un po’ paura, a volte per strada incontravo persone pericolose, mentre uscivo a chiedere l’elemosina o a lucidare le scarpe di qualche signore. A volte uscivo con il mio fratellino Esteban e ci facevamo coraggio nell’andare a chiedere soldi alle macchine ferme ai semafori.

Non andavo a scuola, i miei fratellini avevano bisogno di me, però sapevo che altri bambini andavano, li vedevo passare con le loro cartelle tenendo per mano la loro mamma.

Un giorno la mia mamma non è più tornata a casa, un vecchietto che abitava vicino a noi e che ci portava ogni tanto da mangiare ha chiamato la polizia che ci ha portati qui, a Susa, in questa nuova grande casa.

Non so ora dove si trovi la mia mamma, però lo sai che ogni sera Ti prego di accompagnarla e ti chiedo anche che protegga me e i miei fratellini.

Ora Te li presento.

Io sono il più grande, ho otto anni e mezzo. Poi c’è Esteban, ha sei anni. Estrella, la nostra sorellina, che ha quattro anni e Josè Felipe, che ne ha tre.

Josè Felipe ed Estrella ora vanno all’asilo, mentre io ed Esteban ora siamo in prima e in terza elementare.

Alla mattina andiamo a scuola tutti insieme, non sapete quanto mi fa contento poterci andare!

Ho un astuccio dei Pokemon che, mi hanno detto, è stato mandato dall’Italia da alcuni bambini che non lo utilizzavano più e anche la mia cartella era di un bambino italiano, però a me piace tantissimo.

Nel mio astuccio ho trovato tante matite colorate, una matita, la gomma e un temperino. Poi ho tanti quaderni e libri per studiare.

Quando torno a casa ho proprio tanta fame, la cosa che più mi piace è il riso in bianco. Nella casa lo mangiamo quasi sempre con la verdura e le patate, a volte possiamo mangiare anche un bel piatto di pasta perché, mi ha spiegato Marianna, che ce l’hanno regalata alcune persone dall’Italia.

Devono avere proprio tante cose là, se le mandano anche qui a noi che non ce le abbiamo! Chissà che felici sono là i bambini.

Anch’io sono felice perché prima nella città avevo proprio tanta paura, mentre qui in questa casa ci sono tante persone che ci vogliono bene, ci preparano da mangiare, ci danno i vestiti e le cose per la scuola e pure un regalino per quando è il nostro compleanno.

Quest’anno Esteban ha ricevuto per il suo compleanno dei vestiti e una bellissima macchina telecomandata!

A sentire che là in Europa i bambini sono pieni di giochi e che li regalano a noi, c’è venuta voglia di fare anche noi così e siamo andati a portare i nostri giochi a quei bambini che sono ancora per strada, senza una mamma o un papà.

Anch’io sono stato fortunato e qui nella casa Ti prego sempre, Gesù, e Ti ringrazio per le cose belle che ho ricevuto.

Quest’anno per Natale ho pensato di scriverTi una lettera come l’anno scorso. Le abbiamo appese tutti insieme, sopra il presepe.

Quest’anno, Ti chiedo se per Natale mi puoi fare un grande regalo…

…chissà, forse se sarò buono davvero mi ascolterai!

…Devo dirlo anche ai miei fratellini, chissà magari, se tutti insieme saremo più buoni, quest’anno per regalo arriverà una mamma e un papà per noi…

Carlos