Congo. Incontro fra Kabila e Kerry per sblocco adozioni

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Dovranno ancora attendere le 900 famiglie americane che bramano l’abbraccio dei loro figli adottati in Congo, dopo l’ormai nota sospensione del rilascio dei permessi di uscita da parte del governo congolese nel settembre del 2013.

Ecco quanto riportato dal Dipartimento di Stato americano, struttura del governo degli Stati Uniti che svolge, tra le altre, la funzione di autorità centrale per le adozioni internazionali. “Il 4 agosto, il Segretario di Stato John Kerry ha incontrato il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila per sottolineare l’urgenza della revoca della sospensione del rilascio dei permessi di uscita per i bambini congolesi adottati“.

Kerry ha sottolineato con forza la preoccupazione umanitaria degli Americani  per i bambini e le famiglie colpite dalla sospensione, e ha sollecitato che ai bambini le cui adozioni sono state completate nei tribunali congolesi dovrebbe essere consentito di ottenere i permessi di uscita per raggiungere le loro famiglie adottive negli Stati Uniti”.

Nel corso della riunione – continua il Dipartimento USA – il presidente Kabila non ha fornito nuove informazioni in merito alla politica del governo della Repubblica Democratica del Congo di non rivedere i casi durante la sospensione. Il presidente Kabila ha dichiarato che il processo di adozione congolese ha  registrato molte incongruenze nel trattamento dei casi e deve essere riformato”.

“Il Dipartimento di Stato si rammarica profondamente che le famiglie debbano continuare ad affrontare un’attesa indefinita per i permessi di uscita. Noi (Dipartimento di Stato) continueremo a insistere con  il governo della RDC in merito alla nostra preoccupazione per i bambini congolesi adottati che non sono in grado di ottenere i permessi di uscita e a ribadire il nostro impegno per concentrarci sulle le preoccupazioni congolesi circa le adozioni internazionali. Le nostre offerte per fornire competenze tecniche, e portare una delegazione di funzionari congolesi negli Stati Uniti, rimangono sul tavolo e continueranno ad essere ribadite in ogni occasione.”

 

Fonte: Dipartimento di Stato USA