Abbandonato, adottato, di nuovo abbandonato… poi ho trovato i miei veri genitori

Eric Lombardi gioca a basket in Serie A2. Il nuovo acquisto del Napoli ha alle spalle una storia difficile che l’ha portato, oggi, a sventolare una nuova bandiera: quella della accoglienza

Si chiama Eric Lombardi, ha 27 anni, ed è il nuovo acquisto del Napoli Basket in Serie A2. Ala di ruolo, cresciuto nelle giovanili della Pallacanestro Biella, Eric ha una particolarità: è un figlio adottivo. Con una storia di adozione anche piuttosto complicata alle spalle. Abbandonato dai genitori nigeriani, adottato, ri-abbandonato e quindi affidato a una nuova famiglia, il suo calvario personale non ne ha minato la voglia di emergere e di ottenere risultati importanti. “Non ho paura a ricordare il passato– dice in un’intervista al quotidiano Il MattinoMe lo porto dentro. Io e mio fratello più piccolo, Harrison, siamo nati a Torino da genitori nigeriani ma subito dopo siamo stati abbandonati. Siamo finiti in due famiglie diverse, ma per me è stata più dura. Perché dopo qualche tempo, i genitori adottivi mi hanno riportato indietro”.

Abbandonato due volte e poi di nuovo adottato. La lunga strada per incontrare i propri genitori

“Ero piccolo – prosegue il cestista – intorno ai quattro anni, ma ho avvertito il dolore e l’amarezza. Sono cose che mi hanno segnato. E che non ho dimenticato. Certo è che ci vuole pelo sullo stomaco per riportare indietro un bambino che ti vede come la sua famiglia. E ammetto che quel trauma mi ha reso più cauto nelle valutazioni. Oggi sono più realista e meno sognatore”. Ma, nella sfortuna, quel bimbo due volte abbandonato fu fortunato trovando una nuova famiglia pronta ad accoglierlo: i Lombardi, di Biella. “Sono stati stupendi– spiega – Questa è la mia famiglia, punto. I miei veri genitori non li ho cercati, non sono andato in Nigeria perché i tuoi veri genitori sono quelli che ti crescono”.

Abbandonato due volte e poi di nuovo adottato. L’ombra del razzismo

Tra le difficoltà che Eric ha dovuto vivere, c’è anche quella del razzismo. “Anche nella mia vita c’è stata l’ombra del razzismo – racconta ancora – Ma è stato tanti anni fa e non ci penso più”. Il passato, per lui, è alle spalle. Nella vita si è fatto strada comunque, a suon di canestri. Da Biella, dove ha esordito nella massima serie del basket italiano, passando per Brescia, Pistoia e Treviso fino alla nazionale, con cui ha vinto la medaglia d’oro negli europei under 20 in Estonia, nel 2013. Eric Lombardi, abbandonato per due volte e finalmente tornato a essere “figlio”, porta in alto oggi il vessillo del Paese che, pur con un percorso tortuoso e difficile, lo ha reso di nuovo parte di una famiglia. E, insieme al tricolore, con lui, sventola anche un’altra bandiera: quella dell’accoglienza.