Aborti, nel 2014 per la prima volta sotto quota 100mila. Scienza & Vita: “Maggiore consapevolezza da parte dei giovani”

abortoPer la prima volta da più di 30 anni gli aborti in Italia sono scesi sotto quota 100mila. Il dato del 2014, fornito dal ministero della Salute nell’annuale relazione al Parlamento sulla legge 194/78, parla infatti di 97.535 interruzioni volontarie di gravidanza. Una buona notizia, certamente, che stimola comunque alcune riflessioni.

Nel nostro Paese il numero di aborti è in continuo calo dall’inizio degli anni 80. Dai 234.801 interventi chirurgici e farmacologici del 1982 si è scesi  ai poco più di 97.500 del 2014: meno della metà rispetto ai 191.469 del 1987 e il 5,1% in meno rispetto ai 102.760 del 2013.

Il tasso di ricorso all’aborto in Italia è tra i più bassi del mondo occidentale, soprattutto per quanto riguarda le interruzioni volontarie di gravidanza da parte delle minorenni. Nel 2013, le ragazze sotto i 18 anni che hanno scelto di abortire sono state il 4,1 per mille, in calo rispetto alle 4,3 per mille dell’anno precedente.  Sul totale degli aborti effettuati, quelli fatti sulle minorenni sono il 3,2%.

“I dati che evidenziano un minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa occidentale – commenta con soddisfazione Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’associazione Scienza & Vitaci fanno ben sperare sulla consapevolezza del valore della vita nei nostri giovani”.

Permane, tuttavia, una zona d’ombra: quella degli aborti clandestini, impossibili da censire con precisione. Secondo le stime dell’Istituto Superiore della Sanità si ritiene che siano tra i 12 e i 15mila, un dato rimasto stabile negli ultimi anni.

Inoltre, se i dati complessivi sull’aborto sono in calo, non è così per quelli fatti ricorrendo alla pillola Ru486. Il farmaco è stato usato in 10.120 casi, il 12,1% del totale, con grandi differenze tra una regione e l’altra. Molto diffuso in Liguria (33,7% dei casi), Valle d’Aosta (27%), Piemonte (23,3%), Emilia Romagna (22,5%). Decisamente meno in Toscana (13,1%), Veneto (7%) e Lazio (5%).

“Se il calo degli aborti rappresenta di per sé un’evidenza confortante – afferma ancora Ricci Sindoni -, non possiamo non pensare al contributo non espresso, e certamente incisivo sul totale,  dei cosiddetti ‘anticoncezionali di emergenza’, sul cui reale meccanismo di funzionamento ‘preventivo’ permangono molti dubbi”.

Il sempre minore ricorso all’interruzione di gravidanza è poi da leggere nel quadro di un costante calo della natalità nel nostro Paese. “Un fenomeno su cui sono necessari interventi politici e sociali non rinviabili”, secondo la presidente di Scienza & Vita, che richiama anche il “duro monito” lanciato da Papa Francesco “riguardo le troppe donne che sono costrette a scegliere tra un figlio e un lavoro”. “Questo terribile bivio – conclude Ricci Sindoni – non dovrebbe esistere in nessun luogo del mondo ed è sulla tutela dei più deboli che si misurano coesione e solidarietà  di una democrazia”.

 

Fonte: la Repubblica