Papa Francesco. Aborto ed eutanasia nascosta: due aspetti identici della “cultura dello scarto”

Oggi scartiamo sia la speranza dei bimbi che portano la vita che ci fa andare avanti, sia la speranza che è nelle radici che ci danno gli anziani: non è un problema di una legge o dell’altra, è un problema dello scarto

Sono parole nette e che non ammettono compromessi quelle pronunciate da Papa Francesco nel discorso rivolto alla Pontificia Accademia per la Vita, ricevuta in udienza domenica 26 settembre e pronta a vivere la propria assemblea sul tema Salute pubblica in prospettiva globale. Pandemia, Bioetica, Futuro, nei giorni dal 27 al 29 settembre.

Per una salute che sia davvero “pubblica”

Il discorso del Pontefice è partito proprio dai temi della salute pubblica, inserito all’interno del contesto della pandemia che ha manifestato l’urgenza e l’importanza di tali questioni. Ma, oltre a sottolineare quanto sia fondamentale la sinergia tra i diversi aspetti della comunità e della politica e come la vita e la salute debbano realmente essere tutelate allo stesso modo per tutti, nel mondo, il Papa ha riservato tutta la  seconda parte del suo discorso ai temi dell’aborto e dell’eutanasia, visti come i simboli della “cultura dello scarto” che contraddistingue la società di oggi.

Aborto ed eutanaisa: la “cultura dello scarto” verso bambini e anziani

È tornando a parlare di aborto come fatto in occasione del ritorno dal viaggio in Ungheria e Slovacchia che le parole del Papa si sono fatte più dirette e “senza sconti”. Nel ricordare come proprio la Pontificia Accademia per la Vita possa dare il suo contributo prezioso, Papa Francesco si è auspicato un dibattito comune pubblico, nel quale non si annacquino i contenuti, ma si cerchi di “comunicarli con un linguaggio idoneo e argomentazioni comprensibili nell’attuale contesto sociale; così che la proposta antropologica cristiana, ispirata dalla Rivelazione, possa aiutare anche gli uomini e le donne di oggi a riscoprire come primario il diritto alla vita dal concepimento al suo termine naturale”.

Perché, oggi, gli uomini sono vittime della “cultura dello scarto”. Lo scarto che da una parte colpisce i bambini mai nati, con “quella legge dell’aborto che li manda al mittente e li uccide direttamente”. E per capirlo basterebbe farsi un paio di domande: “È giusto eliminare, fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Questo è l’aborto”.
Ma la “cultura dello scarto”, oggi, riguarda anche gli anziani: radici di saggezza della nostra civiltà che oggi non vogliamo. E qui il Papa ha denunciato quella che lui chiama “eutanasia nascosta”. Una legge non scritta che ci fa dire: “le medicine sono care? Se ne dà la metà soltanto”. Un gesto che significa accorciare la vita degli anziani e rinnegare la speranza: “La speranza dei bimbi che ci portano la vita che ci fa andare avanti, e la speranza che è nelle radici che ci danno gli anziani. Scartiamo ambedue”. “Stiamo attenti a questa cultura dello scarto – è stato il monito di papa Francesco: non è un problema di una legge o dell’altra, è un problema dello scarto”.

E a proposito di “scarto” e gesti concreti, una possibile via, a portata di mano, se solo lo si volesse, sarebbe l’istituzione di una legge riguardante le culle per la vita. “Oggi in Italia sono appena 60, di cui 10 in Lombardia – dichiara Marco Griffini, fondatore e presidente di Ai.Bi Amici dei Bambini. Molte regioni ne sono completamente sprovviste, nonostante siano strutture semplicissime, che non richiedono chissà quali investimenti economici. Eppure sono strutture che possono salvare una vita, che danno alle mamme una possibilità in più di scegliere la vita per il loro figlio, senza abbandonarlo chissà dove. Basterebbe una legge che ne prevedesse una in ogni provincia italiana. Ma, evidentemente, la via dello scarto è molto più semplice, anche a livello politico”.

QUI il discorso completo di papa Francesco