Adotta un bimbo in Russia poi ci ripensa e lo rispedisce come un pacco

skyLo ha rispedito al mittente come un pacco postale arrivato all’indirizzo sbagliato e con tanto di biglietto nel quale avvisava le autorità che lei quel bambino non lo voleva più tenere. Già, perché il “pacco” in questione altro non è che un bimbo russo di sette anni, adottato da una mamma single americana nel settembre scorso e rimandato indietro sette mesi più tardi, e ad una settimana dal suo ottavo compleanno, perché “troppo violento e con gravi problemi psicologici e comportamentali”. Queste le motivazioni a spiegazione del suo gesto che Torry Ann Hansen di Shelbyville, nel Tennessee, ha scritto nero su bianco sul messaggio che ha messo nelle mani del piccolo Artem Saveliev, insieme ad un pacchetto di dolci, dei biscotti e delle penne colorate, prima che questi venisse imbarcato dalla nonna adottiva Nancy sul volo United Airlines per Mosca, con scalo a Washington.

Una storia, purtroppo, vera da cui ha preso spunto Valérie Lemercier, una regista e attrice francese per farne la trama del film, che andrà in onda stasera (26 giugno) su Sky Cinema 1,  alle 21.10. Un lungometraggio che però si dissocia dalla crudeltà della cronaca, prendendone non solo le distanze ma riportando in chiave critica quanto avvenuto.

Nella commedia “sociale” di Lemercier, Aleksandra è sposata felicemente con Cyrille, vive a Parigi in un fantastico appartamento sul fiume, svolge un ottimo lavoro come capo redattore del magazine Elle. In breve, lei ha tutto ciò che desidera ma le manca ancora un ultimo “accessorio” per essere felice: un figlio. Con la fortuna che la contraddistingue, le pratiche per l’adozione si svolgono senza intoppi e in breve tempo Aleksandra diventa mamma di Aleksei, un bambino di 7 anni che arriva dalla Russia. Aleksei, però, non è proprio il bambino che Aleksandra si sarebbe aspettata.

La commedia, con risvolti fortunatamente positivi, nello stesso tempo vuole farci riflettere sull’importanza che assume la famiglia nei confronti di un bambino.  O per meglio dire quello che succede a quei neo-genitori troppo presi dalla loro egoistica quotidianità, e soprattutto incapaci di avere la sufficiente sensibilità per comprendere quando sia complesso e spinoso l’argomento adozione.

Ritornando alla cronaca, il comportamento della donna, ebbe profonde ripercussioni: causò grande indignazione ai più alti livelli e mentre sia il Cremlino che l’ambasciatore americano a Mosca, John Beyrle, espressero rabbia e sconcerto per quanto successo, il governo russo reagì ancor più duramente, sospendendo a titolo immediato e per tutta la durata delle indagini la licenza per le adozioni internazionali all’associazione coinvolta nel “pasticcio” e minacciando di revocare le adozioni da parte delle famiglie americane di bambini russi. Infine, a onor del vero, il bambino “restituito” era un normalissimo bambino di sette anni. “Forse un tantino testardo– avevano commentato dall’orfanotrofio – ma questo non è un problema con dei genitori amorevoli”. Cosa che Torry Ann Hansen non ha voluto essere.

Fonte: http://cinema.sky.it/