Adozione. Aveva molta paura dell’Italia: dei ragazzini più grandi in istituto gli avevano fatto dei racconti terribili…

Sapere che il compagno dell’istituto verrà adottato e potrà godere di un affetto esclusivo, attiva dinamiche di gelosia e competizione, da parte di coloro che, ormai grandi sentono, svanire il proprio sogno di famiglia

Con l’arrivo del bambino adottato si avvia il processo per divenire famiglia, un percorso complesso e per nulla scontato.

Per i bambini in adozione, il concetto di famiglia o di rapporto con i genitori è spesso privo di significati e i cambiamenti che la nuova vita familiare comporta possono farli sentire confusi e smarriti.

Nel primo periodo è facile riscontrare comportamenti di rifiuto e resistenza, vissuti ansiosi e di rabbia che risentono della drammaticità delle esperienze passate, accompagnati da un senso di estraneità nei confronti dei nuovi genitori che interferisce sulla disponibilità a lasciarsi andare nella relazione con loro.

Adozione. Le esperienze vissute dai bambini in istituto

Tra gli avvenimenti che possono condizionare il rapporto con i genitori al momento dell’ingresso in famiglia, vi sono le esperienze vissute dai bambini durante la permanenza in istituto.

Sovente capita che i bambini arrivino in Italia carichi di paura perché i compagni hanno raccontato loro qualcosa di brutto sui genitori che sarebbero venuti a prenderli, paure che attivano vissuti di diffidenza e resistenze.

Sapere che il compagno dell’istituto verrà adottato e potrà godere di un affetto esclusivo, attiva dinamiche di gelosia e competizione, reazioni negative da parte di coloro che, ormai grandi sentono, svanire il proprio sogno di famiglia.

Privi di risorse interne adeguate per affrontare cambiamenti e perdite e regolare le proprie emozioni, i bambini grandi degli istituti scaricano la frustrazione per le proprie aspettative deluse con soprusi e manifestazioni aggressive, fanno racconti terribili sui futuri genitori adottivi e la vita in famiglia nel nuovo Paese, caricando i compagni di timore, inquietudini e ansie che essi manifestano nelle fasi immediatamente successive alla conoscenza dei genitori.

La capacità di questi ultimi di sintonizzarsi con il proprio figlio, comprendere la complessità delle sue esperienze di vita passate, riflettere in modo flessibile su ciò che può pensare e provare, permetterà al bambino di avere fiducia nella possibilità di trovare risposte calde, coerenti e affidabili ai propri bisogni, sciogliere l’ansia e lasciarsi andare ad esplorare le relazioni familiari e il nuovo mondo nella certezza di poter trovare accudimento e protezione.

Marcella Griva – psicologa Ai.Bi. sede di Cagliari

Adozione. L’importanza della formazione

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