Adozione. Bambina di 12 anni senza alcuna patologia: perché si trova nella rubrica “Figli in attesa”? Solo per la sua età?

Gentile Ai.Bi.

Scorrendo i tanti bimbi in attesa di conoscere una mamma ed un papà inseriti nella vostra rubrica Figli in attesa, ha catturato la mia attenzione la storia di una bambina di 12 anni, non inserita in una “fratria” e senza alcuna particolare patologia . Mi chiedevo quale fosse il criterio di segnalazione degli appelli. Possibile che il suo inserimento tra le storie a cui dare urgente visibilità sia determinato solo dall’ età?

Grazie

Marta

Gentile Marta,

la ringraziamo per la sua domanda.

Nella nostra rubrica “Figli in attesa” capita di trovare appelli di bambini senza alcuna patologia segnalata, soprattutto quando si tratta di bambini grandicelli.

Questo significa che i bambini sono effettivamente sani dal punto di vista fisico, non hanno patologie, sindromi o menomazioni, ciononostante essi hanno vissuto un periodo più lungo di altri all’interno del sistema di protezione statale, che sia in istituto o in affido familiare, magari dopo aver sperimentato vari tentativi di reinserimento nella famiglia allargata e/o aver cambiato diverse famiglie affidatarie. Hanno quindi sofferto per più tempo di negligenza, di deprivazione affettiva, soprattutto di instabilità, e queste sono le loro “malattie”, spesso accompagnate da bassa autostima, da senso di colpa, di inadeguatezza e di svalutazione.

Ad un’età maggiore corrisponde anche una maggiore consapevolezza delle difficoltà di trovare una famiglia, perché i bambini più grandicelli sanno bene di essere meno desiderabili di altri più piccoli, d’altra parte questa loro consapevolezza li rende maggiormente protagonisti del loro eventuale iter adottivo.

Tutti i bambini desiderano  trovare una mamma ed un papà!

Talvolta ci si chiede se questi bambini già grandicelli hanno davvero desiderio di essere adottati, la risposta è sì.

Le autorità preposte e le equipe psicosociali che hanno in carico i bambini spiegano loro il significato dell’adozione e fanno un lavoro di preparazione che parte  proprio dalla rielaborazione della loro storia, per cercare di dare un significato all’abbandono o all’ allontanamento e alle esperienze dolorose vissute arrivando ad una loro proiezione futura all’interno di una nuova famiglia. Quindi in quest’ottica non sarete solo voi a scegliere di adottarli, ma anche loro a scegliere voi come genitori.

I genitori che si rendono disponibili all’adozione, soprattutto coloro che magari hanno già una certa età, sono chiamati a fare un grande lavoro su se stessi, per poter andare oltre il giusto sogno e desiderio di adottare un bambino piccolo e far incontrare il loro desiderio di genitorialità, con quello di questi bambini di avere una famiglia tutta per sé.

Ci sono tante prime volte da vivere anche assieme ad un bambino più grande…

Spesso i genitori che desiderano un bambino piccolo dicono di voler vivere insieme a lui una parte della sua infanzia, hanno timore di perdersi tutte quelle esperienze caratterizzanti l’essere genitore nel comune sentire.

È vero potreste non vivere insieme la caduta del primo dentino, il primo giorno di scuola o le prime parole, ma ci sono un sacco di prime volte da vivere insieme ai bambini più grandi o ai ragazzini: insegnare loro ad andare in bicicletta, in motorino, avviarli ad uno sport, portarli al primo concerto, al cinema o in discoteca, comprare insieme i primi prodotti per truccarsi e così via, la patente, il primo fidanzamento, il primo colloquio di lavoro.

Come tutti noi sappiamo non si supera mai il bisogno di famiglia, si è figli fino alla fine dei nostri giorni e ciascuno di noi ha bisogno di sperimentare questa appartenenza.

Monica Colombo – Desk ” Figli in Attesa”  Ai.Bi.