Adozione. Come comportarsi se il bambino ha paura dell’animale domestico

La presenza di un animale domestico allevia la solitudine iniziale e lo spaesamento del bambino. È importante avere pazienza e dargli il tempo necessario per instaurare un rapporto con il pelosetto

I minori che risiedono negli orfanotrofi o nelle case famiglie non sono abituati a convivere con gli animali domestici, quindi l’arrivo in una famiglia con un cane o un gatto può talvolta essere problematico: il piccolo dovrà abituarsi ad una nuova vita insieme ad un quattrozampe che, sicuramente, diventerà il suo primo migliore amico.

Se un bambino è spaventato da un animale domestico è importante trovare un canale per aiutarlo a superare le reticenze, perché l’interazione può dare molti benefici.

Quando un minore entra in una famiglia che non conosce e ha le sue diffidenze, l’animale domestico è una occasione per trascorrere momenti insieme e fare attività che non lo coinvolgano direttamente, uno spazio neutro in cui il bambino può vedere come ci si prende cura dell’altro.

Con un animale ci vuole pazienza e un bambino adottato deve imparare a gestire la frustrazione, pertanto anche questo è un allenamento, imparare a rispettare i limiti e le esigenze di un animale che non è un giocattolo.

Stabilire un’intesa

Nel momento in cui il bambino è in grado di stabilire un’intesa con l’animale, sarà capace di prendersene cura, nelle piccole cose e questo è un bene per l’autostima, che per un minore abbandono deve crescere, dal momento che ha vissuto una rottura dei legami originari e si sente di “valere poco”. Momenti come portare a passeggio il cane, dargli da mangiare, farlo giocare farsi ubbidire sulle piccole cose, sono importanti perché dimostrano la sua capacità.

Gli animali sono una grande occasione di accrescere e sviluppare l’affetto, il rispetto per ogni forma di vita e l’empatia.

Un animale domestico può essere considerato un “oggetto transizionale”, che fornisce conforto psicologico al bambino, dal momento che egli gli attribuisce le caratteristiche di necessita in quel dato momento, pertanto è ancora più importante per il minore adottato, che arriva in una famiglia che non conosce e di cui ancora non si fida e sulla quale non può fare affidamento.

L’animale domestico infine allevia la solitudine iniziale e lo spaesamento che un bambino proveniente da un’altra cultura, che parla una lingua diversa, con tratti somatici differenti e tutto un mondo nuovo si trova ad affrontare, fino a quando non si forma lo “zoccolo duro della famiglia”.

Dott.ssa Lucia Ciaramella Psicologa di Ai.Bi. 

 

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

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