Adozione in Brasile. La passerella della vergogna. Che rivela il dramma oscuro dell’abbandono

Adolescenti senza speranze: disposti a tutto pur di abbracciare una famiglia

Quello dei minori abbandonati è un tema fortemente dibattuto negli ultimi giorni. Dall’appello di papa Francesco, che, incontrando dirigenti, operatori e bimbi dell’Istituto Ospedale degli Innocenti di Firenze, ha affermato la necessità di una diffusione della cultura della adozione e nel contempo del contrasto alla burocrazia che la frena e disincentiva, alle polemiche emerse in Brasile per un increscioso fatto avvenuto a Cuiabà, capitale dello stato del Mato Grosso.

Qui, pochi giorni fa, alcuni bambini e adolescenti adottabili sono stati condotti, con l’avallo della Commissione Statale Infanzia e Gioventù del Mato Grosso e del Giudice per i Diritti dell’Infanzia, a sfilare in un centro commerciale, di fronte a potenziali genitori adottivi. Come merci in offerta. L’evento, ovviamente, non poteva che attirare critiche. Che, puntualmente, sono arrivate, sollevando un coro d’indignazione che è giunto fino ai vertici del Governo brasiliano, che l’hanno, infine condannata.

Già, eppure anche una manifestazione tanto sconvolgente deve far scaturire una domanda: perché si arriva a tanto? Perché ragazzi anche grandicelli avrebbero accettato volontariamente (si noti che nessuno è stato forzato a farlo) di sottoporsi a una situazione simile? Ci si chiede mai cosa sarebbe disposto a fare un minore abbandonato, soprattutto se grandicello, pur di avere una famiglia da abbracciare e finalmente uscire dall’inferno del suo abbandono?

Uno qualunque dei tanti minori abbandonati in giro per gli istituti di tutto il mondo, soprattutto tra quelli più grandicelli, sarebbe disposto a tutto pur di uscire da questa condizione terribile. Sì, anche a sfilare su una passerella come quella di Cuiabà.

Già lo scorso anno il Brasile aveva lanciato l’allarme sui troppi minori negli istituti, circa 47mila. Senza contare i “bimbi di strada”: il Governo brasiliano, nel 2012, ne stimava almeno 24mila. Ma, quello dell’abbandono, è un problema non solo brasiliano, purtroppo.

Da settimane, giusto per fare un esempio, gli uffici di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, organizzazione non governativa costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie, stanno ricevendo da diversi Paesi lunghi elenchi di decine e decine di minori dichiarati adottabili, casi disperati non perché affetti da malattie gravi o handicap, ma perché di età superiore ai 13-14 anni, con tanti, troppi anni di abbandono sulle spalle.

Sono i “bambini del limbo”, i milioni di bimbi invisibili del mondo. Nessuno si accorge di loro, finché non accadono fatti come quello avvenuto in Mato Grosso…