Adozione Internazionale. La commovente storia di Mario: “L’adozione è stata per noi una rivoluzione”

Il grande amore della famiglia Basso ha dato a Mario una vita nuova e al mondo un grande insegnamento: le disabilità e le fragilità fanno parte di ognuno di noi e sono ricchezze da preservare

La loro storia è così unica che anche il quotidiano Avvenire ha voluto conoscerla meglio e ne ha scritto in un recente articolo. 

Mario, un giovane bellissimo con la passione per lo sport, è uno dei tanti ragazzi che convivono con l’autismo; la sua famiglia, i genitori Cristina e Alberto e le sorelle Margherita e Alice, ha accolto tutto di lui quando sono andati a prenderlo in Albania più di venti anni fa: le sue fragilità, la sua disabilità, la sua ricchezza.

È una storia che non lascia indifferenti, quella della famiglia Basso, di adozione e di accoglienza nel senso più vasto del termine. Ne avevamo parlato anche noi, perché è una vicenda che anche a distanza di tempo rappresenta un esempio altissimo di capacità di amare.  

Cristina e Alberto, una famiglia storica tra quelle che hanno segnato la vita di Amici dei Bambini, sapevano già della diagnosi di “ritardo grave” quando sono partiti per l’Albania: un bisogno speciale, si direbbe oggi, che avrebbe spaventato chiunque.

L’adozione come una rivoluzione

“L’adozione è stata per noi, fin da subito, una bella rivoluzione – racconta Cristina – e insieme una sfida che abbiamo raccolto, perché a Mario era stato diagnosticato fin da subito il suo autismo. Nessuna sorpresa, insomma, piuttosto una scelta consapevole. Ci siamo trovati subito in sintonia con la filosofia Ai.Bi.: si accoglie un bambino e basta”.

L’accoglienza di questo figlio, dopo la nascita delle due bambine oggi giovani donne, come un dono: l’adozione era nei piani della coppia fin dagli anni del fidanzamento, l’accoglienza di tutti i figli che sarebbero arrivati era alla base della loro relazione e intesa di coppia.

Facile? No, nemmeno per loro. Possibile? Sì.

Ed è di fronte a questo terzo sì che la famiglia partì – figlie incluse- alla volta dell’Albania, sui monti al confine con la Macedonia. A Korce c’era un piccolo istituto dove viveva Mario, che all’epoca dell’incontro aveva due anni e mezzo.

La forza dell’amore della famiglia e dello sport

Dai primi giorni in cui il bambino non si faceva toccare ma reagiva positivamente all’ascolto della musica, la famiglia Basso ha negli anni trovato soluzioni per fare sentire loro figlio a suo agio – e quindi, ancora una volta, accolto pienamente – nella famiglia. Lo sport, l’amore e la dedizione delle sorelle, la presenza incrollabile dei genitori, un aiuto domestico: intorno a Mario ancora oggi vivono molte persone, di famiglia e non. Anzi, di famiglia, allargata, ampliata.

“Abbiamo sempre avuto per casa ragazzi giovani e forti in tutti questi anni – racconta il papà -: le persone con autismo hanno poca autonomia di gestione di sé; l’autismo è uno solo ma lo spettro è ampio, a secondo delle disfunzioni e quindi chi sta loro vicino deve aiutare a preservare il loro fragile equilibrio in ogni momento della giornata”. Inoltre, grazie alla presenza della Cooperativa Fabula, fondata da giovani specializzati all’ospedale San Paolo e al Centro territoriale riabilitativo, Mario e i suoi amici hanno potuto essere seguiti da personale specializzato nelle terapie e nello sport.

Cristina e suo marito hanno poi verificato, giorno per giorno, che anche per Mario la vita può essere una conquista di piccoli e grandi traguardi, cercando di fargli sperimentare novità pur nei limiti e nel quadro dell’autismo.

Ad esempio, “rompiamo la sua routine se si va in vacanza, ma siamo attenti a costruire insieme una nuova routine piacevole. E Mario è felice”.

La nascita di una fondazione

La famiglia Basso non si è fermata: oltre ad avere creato una rete di supporto e di mutuo aiuto, pensando al futuro di Mario e dei suoi amici ha creato nel 2018 la Fondazione Fracta Limina (Spezzare i confini). Oggi sta crescendo il progetto Icaro, che prevede la realizzazione di un centro sperimentale a Milano pensato per accogliere ragazzi con autismo: includerà ambulatori per medici, logopedisti, psicomotricità, spazi residenziali, appartamenti per l’autonomia, spazi per lo sport, aree verdi. Icaro sarà aperto alla cittadinanza e potrà quindi interagire con vari soggetti del territorio – le associazioni come AiBi, i commercianti e servizi esistenti, gli oratori.

 

Informazioni e domande sull’adozione internazionale 

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it