Adozione Internazionale. Il momento magico dell’attesa: un limbo da attraversare per godere appieno del bene più prezioso

Pensavamo di dover attendere solo tot mesi (me li immaginavo tanti quanti una gravidanza, noncurante delle statistiche CAI e di ciò che avvertiva il mio EA… ma speravamo sempre di essere l’eccezione che conferma la regola). Poi abbiamo scoperto che l’attesa ha una FINE e noi l’abbiamo vissuta, e stiamo perfezionando la conoscenza con il dono più grande che potessimo mai ricevere

Cinque cose che ho capito dall’attesa:

1. Noi attendiamo e sogniamo.

Viviamo questa attesa con trepidazione, con speranze e desideri, ma anche paura di “ciò che succederà”: la scheda che ci presenterà nostro figlio/a sarà semplice? le informazioni ci basteranno per avere un’idea completa su tutta la sua condizione? le notizie saranno veritiere? E se dovesse avere qualche problema? O essere troppo…o troppo poco…?

Ma anche il bambino/a attende: lui/lei cosa penserà dei suoi futuri genitori? Si chiederà se saremo buoni? Se saremo pazienti e se sapremo accogliere tutto il suo dolore, tutta la sua storia, tutto il suo mondo? Avrà anche lui/lei delle “preferenze”? Non è solo “gli piaceremo o no”, ma saremo all’altezza dei suoi sogni? Non è che si merita qualcuno meglio di noi? Avrà anche lui/lei delle idee sui genitori tanto attesi e sognati in questo tempo: e se dovesse succedere che dovrà accontentarsi di noi?

2.  Programmare è utile, ma se si adotta, fare programmi è del tutto inutile!

Credi che il mondo giri intorno a te, invece questa vecchio globo terracqueo continua a rotolare nello spazio come fa da un bel po’, incurante del tuo desiderio e dei tuoi problemi. Una bella limatura all’autostima!

Pensavamo di dover attendere solo tot mesi (me li immaginavo tanti quanti una gravidanza, noncurante delle statistiche CAI e di ciò che avvertiva il mio EA….ma speravamo sempre di essere l’eccezione che conferma la regola). Invece l’attesa ci ha logorati più a lungo di quanto si sperava inizialmente e nel frattempo: pandemia, guerra, ritardi di vario genere. Se penso che abbiamo evitato di poco pure l’attuale crisi di governo… Le nostre speranze hanno vacillato più e più volte, ma appunto la Terra gira, il tempo scorre, tutto si sistema e trova la sua degna conclusione. Basta aspettare che “arrivi il nostro turno”. Se lo dicessi ora al “me di qualche tempo fa,” impaziente e bramoso di un abbinamento, mi darei una testata sul naso, per “l’insensibilità” nei miei confronti. Che ne sai tu del mio attendere? (mi direi guardandomi allo specchio) del significato del tempo per me che dipendo da decisioni di altri e l’unica cosa che mi è concessa è seguire con ritmo cadenzato e angosciato il ticchettio dell’orologio e sperare che il telefono squilli e mi si dia la notizia più bella: “c’è un abbinamento per voi!”

Ma poi davvero è arrivata la chiamata, è arrivata la lettura delle informazioni, quel che era giusto farci sapere (nulla in più, nulla in meno), è arrivato il nostro momento! …e il tormento dell’attesa ha lasciato il posto all’ansia per la partenza: dai che voglio partire!!!

3.  La valanga di affetto che ci ha sommersi da parte delle famiglie del GFL e di gente conosciuta in blog e siti dedicati ai quali ci siamo iscritti, ci ha aiutati tantissimo in questo periodo assurdo.

Questo travaglio è condiviso con tanti sconosciuti che, come me e mia moglie, affrontano una genitorialità proveniente da oltre confine. Fare parte di “un gruppo” che capisce, che sa lo strazio che vivi in certi momenti o festeggia le gioie grandi di altri- anche quando tocca a loro la bellezza dell’abbinamento – aiuta tanto. Sentirsi sostenuti nella tribolazione dell’adozione e mettersi a nudo con estranei, ma del tutto in sintonia con te, anche se conosciuti virtualmente, dà la possibilità di percepire tutta l’umanità e la complessità delle emozioni che derivano dal diventare genitori con l’adozione. Quindi a tutti i miei compagni di patimenti e di consolazione, a tutti quelli che sanno dare significato al sentimento di afflizione vissuto nel silenzio e attendono lai beatitudine che deriva dall’abbinamento: devo ringraziarvi tutti, davvero; ci è stato di grande aiuto il sostegno corale di questi anni!

4. L’attesa ha una FINE e noi l’abbiamo vissuta

La stiamo testando e stiamo perfezionando la conoscenza con il dono più grande che potessimo mai ricevere. Mai avremmo potuto prevedere così tanta grazia! Non tutto è semplice: crisi e momenti complicati da gestire si presentano più volte a settimana ma confermo, come preannunciato dalla nostra psicologa che ci ha sempre seguiti e che ora sentiamo con costanza, si alternano ad ebrezza e felicità, se possibile, crescenti, da provare ogni giorno.

La nostra vita, ora, è un continuo mutamento, una scoperta giorno dopo giorno, un mettere confini anche, un oltrepassare certi ostacoli, trovare nuove regole ed equilibri, imparare a conoscersi meglio, adattarsi a cambiare prospettiva e ritmi di frequente… Come marito mi sento diverso da pochi mesi fa e constato che mia moglie è una madre stupenda.

Tra le cose che ho scoperto quindi è che l’attesa ha una fine: auguro a tutti di provarlo sulla propria pelle il prima possibile, ma nel frattempo vi invito a viverla (non datemi capocciate, come farebbe il mio “me di tempo fa”) ma davvero vale la pena attraversare quel limbo per godere appieno del bene più prezioso.

…Ah, avevo iniziato dicendo che ho capito 5 cose dall’attesa, ma a dire il vero la quinta la lascio a ciò che scoprirò col prossimo iter di adozione. Sì, perché già pensiamo di ripetere l’esperienza, che ci sta totalmente appagando e rendendo persone migliori. Buona attesa a tutti!

Un papà adottivo