Adozione internazionale. “La voglia di tornare in Ucraina c’era e c’è”. La storia di Artem

Originario di Donetsk in Ucraina, Artem è stato adottato da una famiglia italiana. Ora ha 27 anni, sta studiando per diventare cardiologo e vuole mettersi alla prova con alcune organizzazioni umanitarie. Leggi l’intervista

“La voglia di tornare in Ucraina c’era e c’è; il pensiero che forse, andando nel Paese, scatti qualcosa, c’è altrettanto però vorrei prima finire di studiare, sistemarmi con la professione e poi un giorno andare. Credo sia un’esperienza da vivere da solo… ci penserò più avanti”.

Artem ha 27 anni, si è da pochi giorni laureato in Medicina e Chirurgia e si prepara alla specializzazione in cardiologia.
“Ricordo ancora quando avevo comunicato questa decisione ai miei genitori, eravamo in montagna sulle Dolomiti nei giorni di Sant’Ambrogio. – Ricorda. – Forse non se lo aspettavano, dato che stavo frequentando un istituto tecnico per proseguire gli studi di pianoforte alla Civica di Milano, ma quell’anno tutto mi si era chiarito!”.
Papà entusiasta, mamma un po’ più preoccupata ma alla fine Artem ha avuto ragione della sua scelta. E a lui che l’inglese proprio non andava giù (ma si doveva studiare per forza) alla fine arrivò la conferma di aver superato i test di ingresso alla Facoltà di Medicina in lingua inglese all’Humanitas.

La storia di Artem

Originario di Donetsk in Ucraina orientale, annessa alla federazione russa da circa due anni, Artem è arrivato in Italia nel 2000, a poco più di 3 anni. “I miei ricordi di allora forse sono falsati dai racconti che mi hanno sempre raccontato i miei genitori- dice – : ho visto molti video realizzati dai miei che approfittavano delle immagini per raccontarmi aneddoti ma non so bene, oggi, se il ricordo fosse mio o loro. So che ero un peperino da piccolo!”
Pur così piccolo, come spesso capita, Artem aveva girato tre diversi istituti, uno dei quali a Kiev.
Accolto da una famiglia di Milano, Artem fu ben felice di frequentare l’asilo in cui lavorava la mamma. Appassionatosi ben presto al canto e al suono della pianola di un amico, Artem ha studiato pianoforte per diversi anni, una passione che resta ma che ha dovuto lasciare spazio al sogno del medico chirurgo, futuro cardiologo.
“Dita incrociate, ho i test di specialità a fine luglio – dice Artem che nel frattempo lavora in una RSA e in un pronto soccorso – Spero tanto di diventare un buon medico; la cardiologia è proprio la mia specialità che a mio avviso è la più completa, perché considera il paziente nel suo insieme, non soltanto per un aspetto specifico”.
Artem è un giovane pieno di sogni, nutriti negli anni dalla sua vita in famiglia, fin dal giorno in cui suo padre e sua madre lo incontrarono in istituto: tra questi, c’è anche quello di mettersi alla prova, per qualche tempo, con alcune organizzazioni umanitarie che offrono assistenza medico sanitaria alle persone vulnerabili o nei conflitti. E questa volta, forse, non dovrà attendere il fine settimana sulle Dolomiti per annunciarlo in famiglia.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

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