Adozione: perché negarla agli aspiranti genitori disabili?

La lettera di una donna malata di sclerosi ad Antonella Ferrari su “Chi”

Pubblichiamo la lettera inviata da un’aspirante mamma adottiva ad Antonella Ferrari, amica di Ai.Bi. e sensibile al tema delle adozioni, per la sua rubrica “Un sorriso nel dolore” sul settimanale Chi.

Cara Antonella,

sono Elena e ho 42 anni. Ho, come te, la sclerosi multipla e ti scrivo perché un fatto di cronaca mi ha fatta riflettere. Premetto che non ho figli e non so se mai ne avrò, visto che adottare, per noi, è un problema. Ho sentito al telegiornale di quel padre single che ha adottato una bambina down e ne sono stata molto felice perché l’amore non dovrebbe mai discriminare. Quello che noto, però, è che si parla dell’adozione di bimbi disabili, ma mai dell’impossibilità di una mamma disabile di adottare. Perché? So che anche tu sei nelle mie stesse condizioni e che anche a te, come a me, hanno detto no.  Perché questo argomento non viene mai trattato? Perché le istituzioni tacciono e noi finiamo nel dimenticatoio? Anche io magari accetterei un figlio adottivo con la sindrome di Down, ma se non mi viene data la possibilità neanche per questo come posso dimostrare la mia buona volontà?

Grazie, se vorrai rispondermi. Elena

 

Cara Elena,

(…)tu poni il quesito sul ruolo del genitore con disabilità. Hai ragione. Anche io sto lottando da anni e anche a me hanno detto no all’adozione perché disabile, quindi non so darti una risposta sulle motivazioni alla base di queste negazioni.  So soltanto che, secondo i benpensanti, noi mettiamo a rischio trauma un bambino perché la nostra patologia può peggiorare. Ma un bimbo in una casa famiglia, invece, non è traumatizzato? L’amore, come dici tu, non dovrebbe discriminare, invece, a volte, c’è chi lo fa per noi. Continua a lottare con me. Prima o poi questa contraddizione dovrà pur venire alla luce, non credi? Un abbraccio.

Antonella Ferrari su “Chi”