Adozioni internazionali. Cina: “Perché un bambino di 7 anni è considerato uno ‘special needs’? È un dono da scoprire ogni giorno” 

Yuen è arrivato lo scorso dicembre come un meraviglioso dono di Natale. Viene da un istituto considerato un modello di accoglienza per minori abbandonati ed era stato ben preparato al nostro incontro.

Le storie di adozione che raccontiamo narrano spesso vicende e esperienze di bambini cosiddetti grandi, appartenenti a quella categoria denominata ‘special needs’ (bisogni speciali) in ragione dell’età, di patologie sanitarie, di fratrie inseparabili o di traumi particolarmente forti che solo l’amore di una famiglia può sanare.

Chi visita abitualmente il sito di Ai.Bi. avrà notato che, ogni volta, queste storie sono storie felici: raccontate da genitori che hanno visto svanire le (comprensibili) preoccupazioni di accogliere un minore con un bisogno speciale. Spesso, già durante l’abbinamento, queste paure si dissolvono: la storia riportata sulla scheda di questi bambini racconta già molto, ancor prima dell’incontro.

E di Yuen, 7 anni, originario di Shangai, arrivato in Italia come un dono di Natale lo scorso dicembre, mamma e papà sapevano che era un bambino dolce e accudente.

Ne abbiamo avuto la riprova il giorno del primo incontro – raccontano Annalisa e Roberto -:  il bambino era stato preparato e quindi era sereno con noi. Gli avevamo portato un pupazzo, delle caramelle e cioccolatini. Arrivati da lui a un certo punto si è avvicinato un bambino piccolo che strillava a più non posso: era evidentemente un amichetto di Yuen che aveva capito. Si è calmato solo quando nostro figlio gli ha parlato e ha condiviso con lui un cioccolatino”.

Come dicono i genitori, sono questi i tratti di loro figlio, lasciato nell’istituto di Shangai a due anni e mezzo. Yuen ha mostrato, già dal primo momento, felicità per aver incontrato mamma e papà, sulle cui spalle si è accomodato per esplorare luoghi e città durante la permanenza che prevede la procedura adottiva.

Per essere un istituto era bellissimo, considerato in Cina come modello per la protezione dei bambini abbandonati in attesa di una famiglia  – racconta il papà – . Yuen è stato curato e bene, sia sotto il profilo dei controlli sanitari che degli stimoli per la crescita. Andava già a scuola ma noi per il momento abbiamo pensato di dargli tempo e fai una pausa, come consigliato dalle psicologhe di Ai.Bi.”.

Oggi la famiglia si sta godendo il proprio tempo nuovo insieme: “Essendo lavoratori autonomi, siamo riusciti a organizzarci per una bella vacanza, subito dopo Natale: siamo stati in montagna – che per il bambino è stata una scoperta – godendoci il fatto di stare insieme, giocare, dipingere, sciare e  fare tutte quelle cose che sono normali per un bambino. Per la scuola adesso c’è tempo, dobbiamo dare priorità ad altro”.

Il bambino è molto attivo, vivace e in salute: “Aveva avuto un problema di ipospadia – raccontano i genitori – ma è stato operato quando era ancora in istituto in Cina. È un bambino che impara in fretta, assimila ogni giorno qualcosa in più, sia sotto il profilo della lingua che delle esperienze. Con noi si è creato subito un bellissimo connubio, molto naturale e, quindi, confidiamo che il suo adattamento possa procedere velocemente”.

Yuen è entrato in una famiglia dove ci sono tanti cugini e parenti che lo adorano. “E’ benvoluto da tutti e a Natale è stato sommerso di regali” racconta la mamma con la quale il bambino ha già un legame particolare.

Nelle prossime settimane Yuen proverà a giocare alcune ore con i bambini della scuola materna. “E’ importante che ritrovi il suo ambiente, con altri bambini, ma vogliamo fare tutto per gradi e ci fidiamo di quanto ci ha consigliato la psicologa di Ai.Bi. – dicono Annalisa e Roberto – : mandarlo a scuola elementare adesso sarebbe prematuro. In questa società che corre e si affanna continuamente, grazie a Yuen abbiamo imparato che ognuno ha i suoi tempi e che è bello attendere