Adozioni internazionali. Congo, altri 176 bambini potranno abbracciare le loro famiglie

congoFinalmente “casa”. Finalmente “famiglia”. Finalmente “papà” e “mamma”. Finalmente altri 176 bambini della Repubblica democratica del Congo, in attesa dal 2013 di abbracciare le proprie famiglie straniere (da cui sono stati regolarmente adottati), potranno lasciare l’istituto e imbarcarsi in quell’aereo che li porterà dall’altra parte del mondo. 150 volano negli Stati Uniti d’America e 26 in Francia. Inoltre 7 sarebbero quelli italiani.

Il portavoce del ministero dell’interno di Kinshasa, Claude Pero Luwara ha, infatti, annunciato che i piccoli potranno lasciare il Paese, dopo due anni di limbo. Un’attesa che si protrae dal 25 settembre 2013, giorno in cui il governo congolese dichiarò una moratoria delle adozioni internazionali.  A novembre scorso è stato concesso il visto ad altri 70 bambini adottati da famiglie europee ed americane.

Di questo nuovo sblocco ancora non ci sono ancora comunicazioni ufficiali da parte della Commissione adozioni internazionali italiana ma non sembrano esserci dubbi date le conferme che arrivano dal Congo. Un modus operandi totalmente differente rispetto a quello di altri Paesi come la Francia e gli Usa che invece tengono costantemente informate le coppie in attesa sui siti ufficiali del Governo e del ministero. Così come in occasione del primo sblocco (a novembre 2015) quando il Governo francese subito dopo le prime indiscrezioni sulle liste e nominativi dei bambini che avrebbero lasciato il Congo, ha pubblicato sul proprio sito una nota ufficiale in cui, non solo ricostruiva le tappe principali dello sblocco delle adozioni, ma informava anche sullo stato di avanzamento dell’iter, dell’emissione di permessi di uscita e delle riunioni che si svolgevano al Ministero degli Affari Esteri, tra l’Ufficio del Ministro,  la Missione della adozione internazionale (MAI), i tre enti autorizzati nella RDC (Chemin vers l’Enfant, Enfants du Monde-France, Vivre en Famille) e diverse famiglie adottive.  Stessa attenzione che sta dimostrando anche ora come dimostra l’ultimo aggiornamento sul sito del governo.

E se da una parte il Governo francese tiene così aggiornate le famiglie adottive, non è da meno il vice primo ministro dell’interno e della sicurezza americano, Evariste Boshab Mabudj che lo scorso novembre ha pubblicato l’elenco dei bambini, dei genitori e dei paesi ospitanti. E la nostra CAI? Qua tutto tace e le famiglie si affidano alla vox populi.

In base ai dati ufficiali della direzione generale delle migrazioni di Kinshasa, gli Usa sono il primo paese per numero, seguito da Francia (26 bambini per 21 famiglie) e Italia (7 bambini). ll blocco è nato oltre due anni fa, quando il governo congolese aveva ricevuto informazioni secondo le quali alcuni dei bambini già adottati erano stati maltrattati o dati in adozione a coppie omosessuali, cosa contraria alle leggi del Paese. Il governo aveva così deciso di bloccare tutti gli iter in corso per un anno poi prorogatosi fino ad oggi. Un nuovo sblocco delle procedure, che ora fa ben sperare sul futuro dei bambini dati in adozione e ancora fermi in Congo.

Altre 176 storie a lieto fine, dunque, nell’inferno dei cortocircuiti burocratici e diplomatici tra il Paese africano e il resto del mondo, tra cui 8 dovrebbero riguardare famiglie italiane: “Non sappiamo ancora chi, e dove – spiega il presidente dell’Associazione Nova, Massimo Vaggi – ma il numero dovrebbe essere questo”. “Siamo fiduciosi che se non oggi, o domani, la situazione si sbloccherà comunque entro un mese o due. La Commissione congolese Sta lavorando. Una delle nostre famiglie ha tre figli laggiù. Li aspetta dal 2013”. E la speranza di altre 120 famiglie sparse in tutta Italia e seguite da altri enti e associazioni. Il loro sogno s’è infranto nel settembre del 2013, quando il governo africano decise di sospendere i permessi di espatrio. Solo nel maggio dell’anno successivo 24 coppie riuscirono a rientrare in Italia coi loro bimbi: ne furono “liberati” una trentina, poi tutto si arenò di nuovo. A novembre 2015 l’ulteriore sblocco, con l’arrivo di 10 bimbi a Fiumicino. Per ora la nuova lista divulgata da Kinshasa resta segreta, almeno in Italia. La Commissione nel giro di un mese dovrebbe visionare e dare l’ok ad almeno altre 900 pratiche. Proprio la settimana scorsa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ricevuto alla Farnesina l’omologo della Repubblica del Congo lean-Claude Gakosso per una serie di colloqui sui rapporti bilaterali tra i due Paesi, che dal 2014 si sono intensificati.

Fonte: Avvenire