Adozioni internazionali: peccato non ci sia stato il tempo di lavorare insieme!

kyengeDieci mesi. Tanto è durata l’esperienza di governo del Ministro Cécile Kyenge, non confermata  dal neo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.  Il quale ha deciso di eliminare con lei, anche il Ministero dell’Integrazione. Un dicastero senza portafoglio che prima Mario Monti, poi Enrico Letta avevano istituito più che altro come atto simbolico. Gli unici due titolari di questo Ministero  hanno  fatto una battaglia soprattutto culturale, usando i mass – media, con l’obiettivo di spingere l’Esecutivo ad occuparsi di un problema non di poco conto: l’incapacità cronica dell’Italia di governare i flussi migratori.

Il caso emblematico di Lampedusa è sotto gli occhi di tutti. Sono vent’anni che il nostro Paese è meta di immigrazione, ma ancora i flussi vengono trattati come ‘emergenze’.

Amici dei Bambini ha avuto modo di confrontarsi con il Ministro Cécile Kyenge, in occasione del blocco delle 26 coppie italiane in Congo. Vicenda peraltro ancora sospesa, che è stata l’occasione per portare all’attenzione del Ministro le difficoltà in cui versa il settore delle adozioni internazionali. E non solo.

Su diversi aspetti c’è stato modo per verificare una sintonia di vedute con l’ex Ministro. Si veda le questioni quali l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, e ancora di più il superamento dei CIE, o il tema dei rifugiati e l’urgenza di riformare la Bossi – Fini,  una legge odiosa che non ha mai funzionato.  Le prese di posizione del Ministro Kyenge su questi problemi non potevano che rafforzare la battaglia che Amici dei Bambini ha ingaggiato da mesi, per difendere concretamente il diritto di migliaia di minori stranieri non accompagnati, che ‘regolarmente’ sbarcano sulle nostre coste a ricevere un’accoglienza giusta.

Senza dimenticare che dopo un primo momento di sbandamento, proprio la vicenda in Congo ha permesso agli enti autorizzati di stabilire con la Kyenge, un rapporto diretto e personale. All’ex Ministro va riconosciuta la disponibilità umana e professionale ad ascoltare le istanze delle famiglie e degli enti autorizzati.

Dispiace che sia mancato il tempo per riuscire a implementare con la Kyenge programmi di rilancio dell’adozione internazionale e di formazione di un’autentica cultura dell’adozione nel nostro Paese.

Nel ringraziare l’ex Ministro Kyenge per quanto è riuscita a fare, anche in qualità di presidente della Commissione Adozioni Internazionali, non resta che sperare in una sola cosa. Cioè che il Primo Ministro Renzi, il quale solo poche settimane fa aveva detto di voler riformare la legge sulle adozioni internazionali, tenga fede alle sue stesse parole e preveda almeno un sottosegretario con delega alle adozioni internazionali.