Adozioni. Istituto degli innocenti. “Una famiglia solo per 1 bambino su 3. Troppo lunghi i tempi tra la dichiarazione di adottabilità e l’inserimento in famiglia

tribunale minorenni targa bis 400 286La scelta adottiva richiede un impegno che può tradursi in lunghe attese burocratiche, cui si affiancano le difficoltà nella costruzione di un rapporto con un passato di trascuratezze e disagi.

L’iter procedurale dell’adozione in Italia è regolato dalla L.184/1983, modificata dalla L.149/2000, e pone come requisito di base per l’adottabilità la sussistenza della condizione di abbandono, come privazione materiale e morale da parte dei genitori (o dei parenti entro il quarto grado), sia nel caso di genitori ignoti o deceduti sia stabilmente incapaci di occuparsi del minore.

Decretata l’adottabilità, seguirà l’affidamento preadottivo e la conseguente adozione: il tempo che intercorre tra la determinazione dello stato di abbandono e quello dell’adozione effettiva è un fattore critico, data l’urgenza di assicurare al bambino cure esclusive. A tal proposito l’Istituto degli Innocenti di Firenze, nel quadro delle attività del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, riporta i risultati di una ricerca relativa alle adozioni nazionali nel periodo 2006-2013, cui hanno partecipato 11 Tribunali, corrispondenti al 42% dei bambini nella fascia 0-17 (4,3 milioni su un totale nazionale di 10,2 milioni), rappresentativi delle tre ripartizioni del Paese (per il nord, Genova, Milano, Torino e Trieste; per il Centro, Ancona e Firenze; per il Sud, Bari, Campobasso, Catanzaro, Messina e Palermo).

Esistono differenze marcate da tribunale a tribunale: il più veloce è Torino (17 mesi), seguito da Milano e Firenze (18), quindi Messina e Palermo (19), in coda Ancona (26) e Trieste (28).

Non sempre alla dichiarazione di abbandono e di adottabilità segue una sentenza di adozione.

Da questo punto di vista, i tribunali di Ancona e Bari nel 2006 segnano il punto più basso (212 iscrizioni, 7 adottabilità e relative adozioni ad Ancona; 130 iscrizioni, 11 adottabili e 10 adottati a Bari), mentre a Milano su 74 iscrizioni, le adozioni sono state 69, a Palermo 13 adozioni su 16 iscritti, con solo il 33,7% dei bambini adottato in tutta Italia (186 su 552).

Si tratta di dati che sollevano enormi interrogativi: perché il 66,3% dei minori del 2006 non è stato collocato in famiglia? Come ridurre l’attesa e l’eventuale scarto numerico tra la dichiarazione di adottabilità e l’inserimento in famiglia? Per un minore ogni singolo giorno fa la differenza e anche un abbandono precocissimo può provocare danni irreparabili; se l’impossibilità di crescere in un ambiente permeato dall’affetto esclusivo minaccia l’equilibrio in costruzione, la tempestività dell’iter adottivo e un supporto mirato al consolidamento dell’identità (colloqui di preparazione del bambino e incontri con i futuri genitori), appaiono percorsi quanto mai obbligati.

Fonte: Quotidiano di Sicilia