Affido. Diventare famiglia affidataria dopo l’adozione si può?

È importante dare voce ai figli, coinvolgerli in questo importante cambiamento che richiederà un processo di riorganizzazione dei ruoli, degli spazi e dei ritmi di vita in funzione delle esigenze del nuovo arrivato

Elisa Sciommarello

A volte, dopo l’esperienza adottiva alcune famiglie si interrogano sulla possibilità di diventare anche “famiglie affidatarie” e tale quesito crea un nuovo scenario, nuovi interrogativi, dubbi e perplessità: “la Legge ci permetterà di poterlo diventare? Dopo quanto tempo? Dovrò seguire un iter simile a quello svolto per adottare? I nostri bambini vivranno positivamente questa nostra scelta? Cosa cambierà nella nostra famiglia?”.

La differenza tra affido e adozione

Nel momento in cui si decide di diventare “famiglia affidataria” è importante considerare la sostanziale differenza tra adozione e affido, ovvero, l’Adozione ha lo scopo di dare una famiglia ai minori che ne sono privi, mentre l’Affidamento familiare ha lo scopo di assicurare ai minori che, per motivi gravi, non possono vivere nel loro nucleo familiare, di continuare a vivere in una ambiente familiare evitando l’inserimento in comunità.  L’affidamento familiare ha finalità esclusivamente educative, non interrompe i rapporti con la famiglia di origine e non determina alcun rapporto di parentela fra il minore affidato e gli affidatari. Partendo da questa fondamentale ed essenziale considerazione, i genitori adottivi che desiderino diventare famiglia affidataria dovranno tenere presente le caratteristiche della loro famiglia. Genitori non si nasce, si diventa e diventare genitori adottivi è stata già una scelta complessa che ha imposto ai futuri genitori di arrivare preparati all’incontro con il figlio o i figli, bambino/a o bambini che hanno portato con sé o loro un particolare vissuto che ha bisogno di tempospazio ed accoglienza.

La scelta dell’affido: dare voce ai figli

L’arrivo di un bambino è un evento chiave che trasforma la famiglia e obbliga ad una ridefinizione delle relazioni familiari e ad una nuova distribuzione dei ruoli. È importante, dunque, considerare il punto in cui si è come famiglia adottiva, i bisogni dei bambini accolti, la fase evolutiva in cui si trovano, il tempo dedicato alla costruzione del progetto familiare.  Essendo la famiglia un sistema aperto ed in trasformazione, dove riceve e trasmette stimoli dal mondo esterno, dovrà essere preparata a adattarsi alle diverse richieste degli stati evolutivi che anch’essa affronterà. Sarebbe opportuno che la famiglia adottiva nel momento in cui decide di diventare anche famiglia affidataria, abbia chiaro il loro stato attuale, il loro punto di arrivo, se sentono di aver raggiunto un equilibrio familiare e se hanno permesso a tutti i componenti del nucleo di confrontarsi con questa scelta che modificherà nuovamente la stabilità familiare raggiunta. Dare quindi voce ai figli, coinvolgerli in questo importante cambiamento che richiederà un processo di riorganizzazione dei ruoli, degli spazi e dei ritmi di vita in funzione delle esigenze del nuovo arrivato. La scelta di diventare anche famiglia affidataria richiederà una grande attenzione e un grande sforzo da parte di tutti e la condivisione, l’ascolto dei bisogni, in particolare dei figli, il confronto con un ulteriore momento di transizione permetterà all’intero nucleo familiare di vivere ancora una volta e totalmente la bellezza dell’accoglienza.   

Elisa Sciommarello – Psicologa-Psicoterapeuta Ai.Bi. sede di Bolzano