Affido. Quanto è difficile ritornare nella famiglia d’origine: solo tre minori su dieci vi riescono

Alla fine del 2019 i minorenni in affidamento familiare in Italia erano, al netto dei minori stranieri non accompagnati, oltre 13mila e il 40% di loro resta in affido per oltre quattro anni

L’affido è un’accoglienza concreta, non fatta di parole, che si traduce nei gesti concreti della quotidianità familiare: dal cambiare i pannolini ai più piccoli ad aspettare che gli adolescenti rientrino a casa la sera, esattamente come fa ogni genitore. Ogni bambino ha diritto di crescere in una famiglia. Capita che i minori non possano più vivere nelle loro famiglie per molteplici motivi: problemi di salute dei genitori, funzione educativa dei genitori inadeguata, violenze o maltrattamenti domestici. 

Per questo motivo il Servizio sociale territoriale e il Tribunale dei minori possono decidere per l’affidamento familiare: così il minore viene inserito all’interno di una famiglia o di servizi residenziali per un periodo più o meno lungo.

Aprire la porta di casa è un’esperienza tanto preziosa quanto difficile, bisogna amare il piccolo senza tornaconti, rispettandone l’origine e richiamandosi al “non possesso”, valore autentico per ogni genitore.

I dati dell’affido in Italia

Gli ultimi dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali fanno capire che quella dei bambini e degli adolescenti che vivono fuori famiglia è una condizione complessa. Alla fine del 2019 i minorenni in affidamento familiare in Italia erano, al netto dei minori stranieri non accompagnati, oltre 13mila: l’1,4 per mille della popolazione minorile residente. Prevalgono preadolescenti e adolescenti: nella fascia 15-17 anni i giovani affidati sono il 27,9%, dagli 11 ai 14 anni il 29,8%, tra 6 e 10 anni il 26,9%, tra 3 e 5 anni il 10% e tra 0 e 2 anni il 4,3%.
Questo report prende in considerazione anche il mondo dei servizi residenziali dove, nella fascia tra 0 e 17 anni, gli affidati sono oltre 14mila.

La permanenza in affidamento familiare

Colpisce il dato che riguarda la permanenza in affidamento familiare, perché i periodi sono sempre più lunghi. Il 39,1% di bambini e adolescenti rimane in affido per oltre 4 anni. Solo 3 su 10 riescono a rientrare nella famiglia d’origine, percentuale che scende al 24,3% nei servizi residenziali.
«Si tratta di numeri che rispecchiano una realtà complessa e contradditoria», chiarisce Silvio Premoli, Garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza per la città di Milano, docente presso l’Università Cattolica del capoluogo lombardo. «Se da un lato possiamo contare su una risposta sempre maggiore, sia da parte delle famiglie che dal mondo dei servizi, non si può dire altrettanto sul versante dell’accompagnamento delle famiglie di origine. Mi chiedo: stiamo facendo tutto il possibile per restituire a un bambino la sua famiglia? Stiamo aiutando i genitori a recuperare le competenze di cura?».