Alla firma la Convenzione per l’adozione a gay e coppie di fatto

esterno-parlamento-europeoE’ iniziata oggi, al Palais de l’Europe, la Conferenza organizzata congiuntamente dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea intitolata “Sfide nelle procedure di adozione in Europa: garantire il rispetto dell’interesse superiore del bambino”.

La due giorni si preannunciava ricca di importanti interventi promossi e stimolati dai rappresentanti degli Stati membri dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa, da avvocati e operatori di giustizia, dalle istituzioni, dalle associazioni attive nel campo delle adozioni, tra cui Ai.Bi. (rappresentata dal Presidente Marco Griffini), CIAI, AMo, Amici dell’adozione, Coordinamento coppie adottive Bulgaria.

Così è stato.

Ampio spazio è stato riservato alla Convenzione del Consiglio d’Europa sull’adozione dei minori, firmata fino ad oggi solo da 11 Paesi. Convenzione che è stata riveduta nel 2008, prendendo atto dei cambiamenti intervenuti nella società. Sono state proprio le disposizioni che estendono l’adozione a coppie eterosessuali non sposate (coppie di fatto) e a coppie omosessuali che “vivono nel quadro di una convivenza stabile” a scatenare un acceso dibattito.

Molti gli interventi. Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. ha così affermato: “Il minore fuori dalla famiglia è l’individuo che non ha capacità di scelta – non ha scelto né di nascere, né di essere abbandonato – tuttavia ha il diritto imprescindibile di essere accolto ed educato da dei genitori, modello di vita e punto di riferimento. Se quindi è vero che ogni persona può decidere liberamente il compagno con cui vivere secondo i propri orientamenti sessuali, è altrettanto vero che questa scelta non può ricadere su un minore abbandonato, che ha già vissuto sulla sua pelle il trauma dell’abbandono. Il “dire no” all’adozione da parte di coppie omosessuali non intende escludere la capacità di cura e sensibilità ai bisogni del bambino da parte di un omosessuale, piuttosto si fonda su considerazioni legate al corretto sviluppo della personalità del bambino e più precisamente al problema dell’identità. Di chi sono figlio? Questo il primo grande quesito del bambino a cui bisogna tentare di rispondere. Il bambino deve recuperare l’identità. Per diventare un adulto sereno e responsabile il bambino dovrebbe avere modelli affettivi e sessuali che riflettano ruoli chiari e codificati, dovrebbe avere una mamma e un papà”.

Laconico e deciso il contributo dell’olandese Joan Ahnsink, rappresentante dell’United Adoptes Internationals (associazione di figli adottivi). “Se davvero l’obiettivo della Convenzione è affermare che l’interesse superiore del bambino deve prevalere su qualsiasi altra considerazione, mi chiedo come ciò sia possibile con una norma che permette l’adozione agli omosessuali” – ha affermato.

Nel Mondo ci sono, ogni giorno, per ogni minore abbandonato 50 coppie eterosessuali. In Europa, tra gli Stati Membri, solo 11 hanno già firmato la Convenzione Europea. 17 Paesi su 23 hanno risposto negativamente ad un questionario (inviato dal Consiglio) sulle norme che aprono l’adozione ai gay e alle coppie di fatto. Nonostante questo, il Consiglio persegue questa linea e mette alla firma la Convenzione.

Domani, 1 dicembre sarà la volta delle adozioni internazionali. I partecipanti esamineranno in particolare l’applicazione della Convenzione dell’Aja sull’adozione internazionale (1993), i problemi specifici incontrati dai paesi dell’Unione europea e i risultati degli studi comparativi condotti in questo campo dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo.