Anna Guerrieri (Genitori si diventa): “Solo sostenendo davvero le famiglie si riporta l’adozione al centro dell’attenzione politica”

 anna guerrieriRiportiamo di seguito, in versione integrale, l’intervento di Anna Guerrieri, presidente dell’associazione familiare “Genitori si diventa”, in occasione della conferenza “Adozioni internazionali: quale riforma?”, che si è tenuta a Roma, in Senato, mercoledì 8 luglio.

 

Riportare l’ADOZIONE al centro di un’attenzione POSITIVA delle Istituzioni e della Politica può essere realizzato in modo credibile solo SCEGLIENDO DI SOSTENERE per davvero le famiglie che adottano.

Le difficoltà economiche e lo smantellamento progressivo del welfare accanto al costante aumento dei costi e delle complessità del processo adottivo ostacolano in modo determinante chi prova a percorrere una genitorialità impegnativa e differente come quella adottiva. Se a tutto questo aggiungiamo la confusione e l’assenza di una chiara progettualità a favore delle famiglie accoglienti comprendiamo meglio la pervasiva sensazione di sfiducia che danneggia fortemente l’istituto dell’adozione, chi vuole adottare, chi ha adottato ma soprattutto i bambini e le bambine in attesa di una famiglia.

Quello cui abbiamo assistito, passo dopo passo ed incredibilmente, è stato un ALLONTANAMENTO dai bisogni CONCRETI delle famiglie adottive Italiane, unica voce differente quella del MIUR che ha invece ascoltato le necessità e le proposte, arrivando a firmare le Linee di Indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati (ora inserite nel DDL Scuola). Nella loro semplicità ed operatività stanno già spazzando via una serie di difficoltà annose.

Ecco noi famiglie vogliamo questo tipo di operatività su OGNI singolo aspetto che concerne l’accoglienza. Non ci aspettiamo nulla di meno dalla Politica e dalle Istituzioni. Ci aspettiamo ASCOLTO, ci aspettiamo un confronto serio, attivo, concreto perché i nodi sono tanti.

 

LE NECESSITA’ DELLE FAMIGLIE CHE ADOTTANO INTERNAZIONALMENTE:

 

–       Nel percorso pre-adottivo sono ancora troppe le DIFFORMITA’ nei tempi e nelle modalità. Non c’è uniformità nelle procedure dei diversi TdM e servirebbe davvero la possibilità di un confronto a tutto tondo per l’implementazione di prassi utili ed omogenee a livello nazionale.

–       E’ necessario riprendere a investire sulla FORMAZIONE degli operatori dei servizi e degli EEAA al fine di creare un approccio esperto e condiviso sulle necessità delle famiglie soprattutto nel post adozione. Bisogna fermare il disinvestimento dai Servizi territoriali che sono punti di riferimento, importanti e gratuiti.

–       Gli EEAA sono tanti e molto differenti tra loro, troppo differenti! Sono differenti i dati sui siti (talvolta mancano?), differenti i costi (anche andando negli stessi paesi e regioni?), differenti le tipologie di mandati, differenti le modalità di pagamento all’estero (bonifici? contanti?). Dov’è finito il Tavolo Costi di cui si sentiva parlare anni fa? Ci furono risultati? Le tabelle costi sul sito della Commissione sono da troppo tempo obsolete, è ora che vengano riviste e aggiornate! E’ ora di riprendere in mano il progetto sui possibili modelli di mandato standard!

–       In Italia, prima di dare mandato, le coppie navigano di EA in EA attraverso un labirinto di percorsi e incontri a pagamento, vogliamo abbattere questi costi?

–       Dopo anni in cui si continua a sapere di richieste poco chiare per quel che riguarda i pagamenti all’estero, è davvero URGENTE mettere mano ad una strategia standard per pagare i servizi resi all’estero che garantisca in modo definitivo la trasparenza della procedura.

–       Manca il Report statistico dei Dati 2014. Questa è un’assenza importante per chiunque si occupi di adozione, ma certamente lo è per le coppie che lo usano per orientarsi prima di adottare.

–       In questi anni abbiamo assistito a due grandi crisi: Kirghizistan, RDC. Altri paesi hanno poi subito rallentamenti ingenti (pensiamo alla Colombia, al Mali e all’Etiopia). Le persone intrappolate in blocchi improvvisi vivono enormi criticità. Citiamo la più ovvia, chi, a seguito di un blocco, vorrebbe cambiare una direzione può trovarsi davanti alla necessità di cambiare EA perdendo ingenti somme già investite. Le coppie finiscono così per non fare nulla, intrappolate in terribili attese.

–       Manca un fondo emergenziale per gestire le situazioni di grande crisi all’estero (RDC, ecc..).

–       Il Fondo Adozioni ha permesso il rimborso delle spese a tutti coloro che hanno adottato nel 2011? Non ci risulta e quello relativo al 2011 sembra essere l’ultimo finanziamento per il Fondo Adozioni. Manca una politica di sgravio spese delle famiglie adottive. Le spese per realizzare l’adozione sono sempre più ingenti e assolutamente importante è la spesa post adottiva (pensiamo alle relazioni post adozione di costo variabile – fatte anche a fronte si semplici telefonate – ma soprattutto ai costi dovuti alle necessità dei bambini e dei ragazzi – logopedia, psicomotricità, terapia).

–       Manca un investimento nel Post Adozione a fronte di adozioni sempre più complesse e di bambini con bisogni sempre più speciali. Le famiglie adottive Italiane si sono mostrate negli anni capaci di grande e generosa accoglienza. Non sono poche le coppie che spesso vanno anche oltre la disponibilità data. Nonostante questa grande generosità, manca una seria riflessione sui bisogni dei bambini che arrivano per adozione. Manca ad esempio la progettazione di un Protocollo Nazionale sul tema SALUTE che garantisca alle famiglie l’accesso a poli medici informati sul tema. Ci lavoreremo noi, dal basso, come abbiamo fatto per la Scuola.

–       Serve una revisione della normativa sui CONGEDI MALATTIA dato che l’attuale normativa penalizza chi accoglie in adozione o in affido bambini di 6 anni e oltre, poiché il comma 2 dell’art. 50 del d.lgs. 151 del 2001 prevede che entrambi i genitori (adottivi o affidatari) abbiano diritto di astenersi dal lavoro per tutti i periodi corrispondenti alle malattie del figlio fino a che il figlio non abbia compiuto i 6 anni di età. Dai 6 agli 8 anni, invece, ciascun genitore, alternativamente, ha diritto di astenersi dal lavoro, nel limite di cinque giorni lavorativi all’anno. Al comma 3 si precisa ulteriormente che, qualora all’atto dell’adozione o dell’affidamento, il minore abbia un’età compresa tra sei e dodici anni, il congedo per malattia del bambino è fruibile entro i primi tre anni dall’ingresso del minore in famiglia nel limite dei cinque (5) giorni lavorativi all’anno (ovviamente tale assenza è sempre non retribuita).

–       Ora che le Linee Scuola e Adozione sono firmate e attuative, è necessario un investimento sulla formazione di Dirigenti e Insegnanti al fine di garantire la concreta attuazione delle Linee Scuola Adozione.

Il rischio maggiore delle famiglie è quello della solitudine dopo l’adozione, solitudine dovuta alla mancanza di una riflessione forte e continuativa sul significato post adozione a fronte di un’adozione che diventa anno dopo anno sempre più complessa e in cui le famiglie Italiane si sono provate capaci di accogliere per davvero. Come associazioni familiari ascoltiamo sovente famiglie in difficoltà e con difficoltà che diventano sempre più ingenti (o addirittura esplosive) durante il periodo dell’adolescenza. Sempre più desolante, quindi, appare la mancanza di monitoraggio su questo tipo di tema (drop out scolastico, difficoltà di inserimento nel mondo nel lavoro, prese in carico psichiatriche, difficoltà con la giustizia, comunità …). Senza un’analisi reale dei fenomeni è difficile mettere in atto delle strategie efficaci.