Apertura delle scuole: che confusione! Si riapre l’11 gennaio, ma in quale regione?

A non riaprire sicuramente saranno Veneto, Marche, Friuli Venezia Giulia e Campania, che prevedono tutte la didattica a distanza almeno fino a fine gennaio. Altre, come la Sicilia, decideranno il 10 gennaio.

A poche ore dal 7 gennaio, data di fine delle festività, nell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte regna ancora l’incertezza più assoluta sulla riapertura delle scuole, slittata, per le scuole superiori e con una presenza del 50%, all’11 gennaio. Così non mancano le sferzate da parte dell’opposizione. “Il Covid si sta dimostrando un nemico insidioso e terribile, ma gli ondeggiamenti del governo sono un virus altrettanto pericoloso, che semina incertezza e sconcerto. Mettiamoci nei panni dei presidi che avevano organizzato tutto per la riapertura delle scuole il sette gennaio, con tanto di nuovi orari, ingressi sfalsati, turni rivisti per il personale e comunicazioni alle famiglie. Tutto da rifare, perché 48 ore prima, col solito editto notturno, è stato deciso il rinvio”, ha detto la senatrice Anna Maria Bernini.

Apertura delle scuole: la mancata programmazione si paga…

“Ancora una volta, i cittadini pagano sulla propria pelle la mancata programmazione, i ritardi nell’adeguare il servizio dei trasporti locali e nell’ampliamento delle aule, che restano con i banchi a rotelle vuoti, immagine emblematica di un fallimento senza più alibi”, ha aggiunto. Di fronte a questa situazione, le regioni hanno reagito andando in ordine sparso. “Conte ieri ha detto che il 7 gennaio la scuola avrebbe aperto poi il ministro Speranza ci ha convocato per dire che non sappiamo come apriremo e in che regioni, se saremo rossi o arancioni. Di fronte all’incertezza su cosa succederà da lunedì il 7 e l’8 le scuole in Liguria non apriranno. Mi auguro che il governo si prenda la responsabilità altrimenti farò un’ordinanza, come hanno già fatto altri governatori“, ha detto per esempio il governatore regionale ligure Giovanni Toti. A non riaprire sicuramente saranno Veneto, Marche, Friuli Venezia Giulia e Campania, che prevedono tutte la didattica a distanza almeno fino a fine gennaio. Ma altre regioni attendono di conoscere l’andamento dei contagi, come dichiarato ad esempio da Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana in una intervista all’Italpress, prima di decidere se aprire l’11 gennaio o rinviare ulteriormente.

Apertura delle scuole: in Italia sempre più confusione

Così, mentre in Inghilterra si prosegue speditamente con la vaccinazione, unica reale via d’uscita dalla situazione, nel belpaese, a fronte di un processo di vaccinazione al rallentatore, permane una situazione caotica e scoordinata, con le regioni che hanno preferito andare in ordine sparso e nessuna certezza, in generale, sulle misure. Il “decreto ponte” ha, probabilmente solo aggiunto confusione alla confusione, con le norme relative agli spostamenti sempre più indecifrabili e incomprensibili. Ma davvero è questo ciò di cui le famiglie hanno bisogno per sentirsi protette?