Assegno unico. Chi ci guadagna e chi perde

L’assegno unico che partirà a marzo favorirà il 75% delle famiglie, per altre cambierà poco mentre 750 mila ci rimetteranno, specie quando decadrà la clausola di salvaguardia prevista, a scalare, fino al 2024

Da marzo l’Assegno Unico arriverà nei conti correnti di tutte le famiglie che ne faranno richiesta. La misura è ormai approvata e confermata e da gennaio le richieste possono essere presentate. Nelle ultime settimane, governo, associazioni e organi di stampa hanno provato a chiarire tutti i dubbi che ancora ci sono nella testa dei consumatori, visto che le cifre esatte, pur con tutte le tabelle pubblicate, variano in funzione dell’ISEE e di altri fattori che possono complicare il calcolo.

Assegno unico: la clausola di salvaguardia per chi riceverà meno di adesso

La certezza, più volte ribadita dal governo, è che per il primo anno nessuna famiglia ci perderà, perché, anche qualora l’assegno unico dovesse essere minore rispetto a tutte le misure oggi in vigore che nell’assegno verranno ricomprese, è prevista una clausola di salvaguardia che riporti la cifra erogata ai valori precedenti. Questa clausola, però, ha valore triennale e, in più, solo per il primo anno prevede una compensazione totale e solo per i nuclei con ISEE fino a 25mila euro e che abbiano beneficiato già nel 2021 di assegni familiari. In sostanza, riporta Repubblica, la clausola servirà a “salvare” 333 mila famiglie, mentre altre 413 mila (per 600 mila figli) finiranno per perdere qualcosa già nel 2022.
Nel 2023 la clausola compenserà solo due terzi della perdita e nel 2024 un terzi. Dal 2025, quindi, rapportando la situazione a quella attuale (poi, è chiaro, ogni anno, ripresentando l’ISEE, la situazione di ciascuna famiglia può cambiare), il totale delle famiglie che percepiranno meno risorse rispetto a quante ne prendono ora sarà di 746 mila nuclei, per un totale di circa un milione di figli. Le cifre, come detto, provengono da Repubblica, che riporta i conti fatti dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb).

L’assegno unico darà più risorse, da subito, a oltre 5 milioni di famiglie

Alla luce di tutto questo, l’ipotesi è che la nuova misura dell’assegno unico avvantaggerà il 74% delle famiglie, ovvero 5,3 milioni di nuclei familiari su un totale di 7,3 totali. Per loro, il guadagno annuo medio sarà di 1.442 euro annui. Facendo il conto sui figli, anziché sulle famiglie, l’assegno unico ne favorirà 8,3 milioni su quasi 10,8 dando loro una media di 934 euro all’anno in più.
Per 1,2 milioni di famiglie (e 1,5 milioni di figli) la situazione non cambierà di molto rispetto a quella attuale, mentre, come detto, per 746 mila famiglie e un milione di figli, è in vista un peggioramento, specie a partire dal 2025. I primi a essere svantaggiati, già nel 2023, saranno i nuclei con redditi medio – alti e un solo figlio a carico, dipendenti, autonomi, ma anche chi vive della rendita di fabbricati. Coinvolti, riporta infine Repubblica, anche i beneficiari di Reddito di cittadinanza, che ricevono l’assegno unico in automatico ma perdono la quota di Reddito attribuita ai figli.