BAMBINI X LA PACE. Moldova. Eva e Denis, piccoli profughi senza mamma e papà, rimasti a combattere in Ucraina

Tutte le sere i due nonni finiscono a rispondere alla stessa domanda dei piccoli: “Quando verranno mamma e papà a prenderci per riportarci a casa?” Ma di un ritorno in Ucraina ancora non se ne può parlare

 In un piccolo villaggio del distretto moldavo Hîncești, una delle ultime località toccate dal progetto #BAMBINIxLAPACE, un nonno ed una bisnonna stanno crescendo i loro due nipoti, arrivati a giugno dall’Ucraina.

I piccoli di 4 e 6 anni, sono stati accompagnati dalla loro mamma fino alla dogana di Palanca, che segna il confine tra i due Paesi vicini. Lì, sono stati accolti dal nonno, mentre la loro mamma, arruolata nell’esercito ucraino, è tornata in patria.

Da 65 giorni Eva e Denis, questi i nomi dei due bambini, vivono nel villaggio di Onești.

Denis che conta le ore trascorse senza mamma e papà

Secondo quanto riferito dall’assistente sociale, che li va a trovare ogni settimana, Denis saprebbe scandire anche le ore trascorse in assenza di mamma e papà.

La mancanza dei genitori rende tristi i bambini, nonostante dal loro arrivo nel villaggio, la famiglia sia sostenuta da più enti con tutto il necessario.

Anche i nonni sono molto attenti ai bisogni dei due piccoli e fanno di tutto per compensare quello che a Eva e Denis manca di più: la presenza e l’affetto dei loro genitori. Purtroppo, niente potrebbe compensare o colmare questo vuoto.

Tutte le sere i due nonni finiscono a rispondere alla stessa domanda dei piccoli: “Quando verranno mamma e papà a prenderci per riportarci a casa?” Ma di un ritorno in Ucraina ancora non se ne può parlare. Il nonno, che ha fatto richiesta di aiuto per il periodo freddo, presso l’Assistenza Sociale territoriale, conferma infatti, che almeno per il prossimo inverno avra i bambini con sé.

Sono 65 giorni di sfide anche per i due anziani che, arrivati a quest’età, stanno imparando ogni giorno a ridiventare genitori, educatori, psicologi e soprattutto amici e confidenti di due bambini che, in una vita assai breve hanno vissuto esperienze orrende: i missili che hanno raso a terra la loro casa in Ucraina, la fuga dal Paese, la separazione dai genitori alla quale non erano per niente preparati e il periodo “infinito” che trascorrono in Moldova “da soli”. Sono le parole forti e dolorose di un ragazzino di sei anni che vive questo periodo come un abbandono e un tradimento anche se, lo sa bene che mamma e papà li hanno portati via per la loro sicurezza.

 Eva la comunicativa

Molto più aperta e comunicativa è invece Eva, la femminuccia che, per attirare verso di sé l’attenzione dei passanti, trascorre molto tempo all’aperto e spesso mette in difficoltà i nonni, portando in casa le persone che trova simpatiche solo perché la salutano mentre passano di fianco al cortile della casa.

Il suo bisogno di comunicazione – spiega l’educatrice dell’asilo d’infanzia che i due bambini frequentano da un mese e mezzo – è anche una necessità di sentirsi importante, vista e valorizzata per quello che è”

È talmente forte questo suo bisogno di comunicazione che la piccola di soli 4 anni, ha imparato ad esprimersi nella lingua rumena e ne è molto fiera.

All’asilo, al parco giochi e in ogni posto che frequentano, accompagnati dal nonno, Denis e Eva sono sempre ben accolti dagli abitanti. Questo li aiuta a rimanere sereni e a sentirsi parte di un mondo in cui hanno un posto.

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Ai.Bi. – Amici dei bambini ha messo in campo fin dall’inizio del conflitto una campagna dedicata alla crisi ucraina: BAMBINIxLAPACE, alla quale chiunque può partecipare scegliendo una delle varie modalità di aiuto e vicinanza alle famiglie e i bambini ucraini.
Oggi, aiutare un bambino ucraino in fuga dalla guerra significa tenere viva la sua speranza che la guerra non è l’ultima parola della sua vita e che anche per lui ci sarà un futuro sereno nella sua terra. EMERGENZA UCRAINA