#BAMBINIxLAPACE. I bambini di Volodarka: impariamo a conoscerli (3)

Le storie e gli incontri dei bambini e le famiglie ucraini che Ai.Bi. quotidianamente aiuta e sostiene attraverso le visite domiciliari possibili grazie al progetto di “Adozione a distanza” per l’Ucraina

Come più volte raccontato, una delle attività che sta via via crescendo sempre di più nel contesto del progetto #BAMBINIxLAPACE è quella delle visite quotidiane che lo staff di Ai.Bi. in Ucraina effettua per portare beni di prima necessità, aiuto e sostegno ai bambini ucraini e le famiglie della zona di Kiev e di Volodarka, il luogo in cui Amici dei Bambini aveva attivo prima della guerra il suo programma Adozione a Distanza, oggi modificato per venire incontro alle nuove esigenze sia della famiglie rimaste in zona, sia delle tante che sono sfollate lì dopo aver abbandonato le loro case in zone più pericolose del Paese.
Questa attività ci permette anche di conoscere da vicino le storie di chi, con il vostro contributo, aiutiamo, scoprendo un universo di difficoltà, di sogni infranti, ma anche di speranze per il futuro e di grande determinazione e forza di volontà.
Le prime storie le abbiamo raccontate QUI e QUI.

Una famiglia “normale”

Non tutte le storie che si incrociano colpiscono subito per una povertà immediatamente evidente o per situazioni drammatiche che richiedono interventi urgenti. Tante volte le richieste d’aiuto arrivano da famiglie “normali”, la cui esistenza è stata sconvolta dalla guerra e che si ritrovano, ora, ad affrontare difficoltà impreviste tirando avanti come possono. È così, per esempio, per la famiglia di Oleksandra, trasferitasi a Volodarka all’inizio delle ostilità. Per qualche tempo hanno vissuto insieme ad amici e parenti, mentre ora stanno in un alloggio affittato vicino all’appartamento di un dipendente della scuola di Volodarka. Il papà cerca lavoro, mentre la madre lavora in modo informale per il proprietario di un negozio locale. La figlia di 10 anni studia online alla scuola che frequentava già prima della guerra. Inizialmente i tre dormivano su materassi gonfiati ad aria, finché i vicini non hanno procurato loro un letto e un divano. Lo staff si Ai.Bi. li ha conosciuti perché contattati dalla mamma, che chiedeva una tuta sportiva, calda, per la figlia, in difficoltà per il freddo sempre più pungente dell’inverno.

Amore e armonia

A volte, nelle visite domiciliari effettuate, si incontrano anche storie bellissime, pur nelle difficoltà. Come quella di una famiglia che abita nel villaggio di Parhomivka, nella regione di Kiev: dove Svetlana, madre di sei figli (!) racconta come in casa ci sia comunque “amore e armonia. Perché i bambini si abituano al lavoro e alle relazioni amichevoli tra loro fin dalla tenera età”. Qualche preoccupazione in più la dà la più piccola di casa, di 6 anni, che si ammala spesso, ma la famiglia ha ancora la propria casa e il papà ha un lavoro.

La guerra è ancor più crudele per chi già era in difficoltà

Di tutt’altro tenore è la situazione incontrata a casa di Alina, una ragazza di 15 anni cresciuta da una madre single. Sia madre sia figlia sono affette da disabilità: la ragazza soffre di labioschisi e palatoschisi, mentre la mamma si muove per casa solo con le stampelle. Le due sono aiutate dalal sorella della donna per le faccende domestiche, mentre economicamente vivono grazie alla pensione di invalidità. La ragazza studia bene e con profitto.
Anche Antonina, di 15 anni, ha una disabilità: la sindrome di Down. La famiglia si è trasferita da Herson, una volta che la città è stata occupata. Oggi la mamma lavora presso la panetteria di Volodarka, mentre il padre è stato condannato ed è in carcere nel territorio occupato. Antonina è estremamente comunicativa, positiva e socievole. Lo staff di Ai.Bi. le ha consegnato alcuni vestiti e si sta interessando per un intervento dello psicologo e del logopedista.
È malato di cancro, invece, Palton, un ragazzo di 13 anni che sta seguendo una terapia per la quale la famiglia spende gran parte dei pochi soldi che ha. Per evitare che in casa entrino possibili infezioni, il fratello maggiore, Zlata, studia a distanza presso l’istituto di Volodarka, mentre in casa c’è anche una sorella più piccola, di 3 anni, nata dal secondo matrimonio della mamma.

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Questo sono solo alcune delle tante storie che quotidianamente i nostri operatori intercettano e affrontano, cercando il modo migliore per aiutare ciascuno. I questo contesto è più che mai prezioso l’aiuto che ognuno può dare aderendo al progetto di adozione a distanza dei bambini e le famiglie ucraini, che permette di dare continuità agli interventi che Ai.Bi. compie nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. Clicca QUI per dare il tuo contributo.