Bari. Si butta a 14 anni dalla finestra della scuola per un 2 sul registro. È possibile morire così?

I carabinieri, coordinati dalla Procura di Trani, proseguono nelle indagini, per capire se, davvero, si sia trattato di un gesto volontario o se il giovane abbia perso l’equilibrio, precipitando

 Non è possibile morire così, poco più che bambini, a soli 14 anni di età, quando si è a scuola, mentre ci si prepara a “mordere” la vita, a costruire il proprio futuro.

Un futuro che Luca (nome di fantasia) non potrà più sognare. La sua breve vita si è spenta in un giorno come tanti, nell’aula di un liceo di Ruvo di Puglia, nel barese, durante i pochi minuti che separano una lezione dall’altra, mentre la classe si rilassava nell’attesa dell’arrivo del prof dell’ora successiva e magari si lamentava, ripensando al 2 collettivo segnato dal precedente insegnante, che interrogandoli a sorpresa li aveva trovati impreparati.

Ora familiari, compagni, docenti si interrogano su quel gesto estremo, che ha strappato Luca, alla vita.  Cercano di capire il motivo, perché un ragazzino, al primo anno di liceo, con tutta la vita davanti, abbia deciso di salire sul davanzale della finestra dell’aula e dopo qualche attimo, raccontano i compagni che hanno assistito impotenti alla scena, si sia gettato giù. Possibile che la delusione per quel voto, condivisa con tutta la classe, per Luca sia stata così terribile?

All’arrivo dei soccorsi, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

I carabinieri, coordinati dalla Procura di Trani, proseguono nelle indagini, per capire se, davvero, si sia trattato di un gesto volontario, come sembra apparire dalle prime ricostruzioni o se il giovane magari, abbia perso l’equilibrio, precipitando.

Il sindaco di Ruvo di Puglia, Pasquale Chieco, ha deciso di affidare ai social il suo personale messaggio di vicinanza alla famiglia: “Dolore e disperazione. Spente le sirene, passato il brusio delle mille voci, tornate nel silenzio le urla e le grida, chiusa la porta dell’ufficio di un Sindaco, non restano che dolore e disperazione.

Una vita giovanissima si è interrotta improvvisamente, con ancora intatti tutti i desideri, con il mondo intero ancora da conoscere.

[…]È difficile riprendere la vita quotidiana con un simile fardello addosso. Il solo impegno che ognuno di noi può prendere è quello di interrogarci sempre e con sincerità sulle fragilità nostre come su quelle di chi ci sta accanto, restare vicini, restare solidali. E, naturalmente, non dimenticare”.

Anche l’associazione Amici dei Bambini e tutte le famiglie di Ai.Bi. si stringono in preghiera attorno alla sua famiglia: “Tutto il resto– sottolinea Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – le recriminazioni sul significato della didattica, sui professori, sulla scuola, non servono. In questo momento rimane solo la forza della preghiera”.