Barletta, sei associazioni dicono no al Registro delle Unioni Civili

registroNo al Registro delle Unioni Civili, maggiori risorse umane ed economiche in favore delle famiglie costituzionali e un tavolo di confronto su questi temi. Queste le richieste presentate in una nota congiunta indirizzata al Comune di Barletta da 6 associazioni: Amici dei Bambini, La Manif Pour Tous Puglia, “Reazione Barletta”, Forum delle Associazioni familiari della Puglia, associazione “Comitato Progetto Uomo” onlus, Associazione nazionale famiglie numerose Puglia, associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”.

Nel loro comunicato le associazioni “esprimono le loro ferma opposizione alla decisione del Comune di Barletta di istituire il Registro amministrativo delle unioni civili”. Il nostro Ordinamento, sottolineano i firmatari del manifesto, riconosce alle coppie conviventi ampi diritti e il Registro non potrebbe aggiungerne di nuovi, “essendo questa una competenza del Parlamento e non delle amministrazioni comunali”. Registri simili a quello che si vorrebbe istituire nella città pugliese sono stati infatti cancellati per mancanza di iscrizioni proprio a causa dell’ampia tutela giuridica già prevista per queste forme di unione. Lungi dal voler superare situazioni di discriminazione, quindi, il Registro sarebbe esso stesso fonte di disparità: “Oggi a essere oggetto di discriminazione – si legge nel comunicato delle associazioni – è la famiglia costituzionale, abbandonata dalle istituzioni”.

Con il Registro delle Unioni Civili, infatti, si vorrebbe “facilitare la concessione di benefici a coppie che non vogliono o non possono sposarsi e che costituiscono una cosiddetta famiglia anagrafica, equiparando, di fatto, ad esse la famiglia naturale fondata sul matrimonio”. La famiglia anagrafica, ai sensi dell’articolo 4 del D.P.R. 223/1989, è “un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed eventi dimora abituale nello stesso comune”. Troppo vaga risulta – a detta delle associazioni – la definizione di “vincolo affettivo”: un requisito non oggettivamente riscontrabile da parte degli Uffici comunali che, al limite, potrebbero solo controllare l’effettiva convivenza o soltanto la residenza nel Comune.

“è profondamente ingiusto – si legge ancora nella nota – concedere gli stessi benefici a cittadini che possono cancellare con un colpo di spugna la loro relazione e a chi, attraverso il matrimonio, diviene sì titolare di diritti, ma al tempo stesso diviene titolare di doveri ben precisi e si impegna nella stabilità della relazione, elemento fondamentale per la tutela dei figli.

L’istituzione di un Registro delle Unioni Civili, quindi, comporterebbe delle conseguenze sociali di un certo rilievo: su tutte, la legittimazione di unioni determinate da un qualsiasi vincolo affettivo. Sarebbe, secondo la nota, “un surrogato dei matrimoni omosessuali”, un tema sul quale è chiamato a decidere il Parlamento e non le amministrazioni comunali.

Direttamente legato a questo tema c’è anche quello del diritto alla casa. “è impensabile  – afferma il comunicato – che senza di esso una giovane coppia possa pianificare con serenità la nascita dei figli. Al futuro delle famiglie costituzionali, però, il Comune non dà la giusta importanza, volendo equiparare ad esse unioni che, in genere, non sono stabili né finalizzate alla generazione e all’educazione della prole”.

 

Fonte: Barlettalife