Binnish, voci dal “medioevo”: «Il forno ha bisogno di carburante, aiutateci!»

Crisi carburante SiriaLa scorsa settimana il mio collega di Binnish mi ha mostrato la foto di un asino e mi ha detto: «Adesso usiamo questi come ambulanze.» Cercava di esorcizzare con una battuta l’ennesima, drammatica crisi che sta colpendo il nord della Siria, in particolare le province di Idlib e Aleppo: da un paio di settimane, infatti, l’ISIS – che controlla i principali giacimenti petroliferi siriani – ha deciso di tagliare le forniture di carburante alle zone controllate dai ribelli, riportando il nord del paese nel Medioevo.

Curioso notare come un fatto così grave, ancora una volta, non abbia avuto quasi nessuna eco sui media italiani: di tutte le atrocità commesse dal sedicente Stato Islamico, infatti, questa è forse la più grave, perché sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di migliaia di famiglie.

La mancanza del gasolio, necessario ad alimentare i generatori di corrente, sta compromettendo in maniera seria il funzionamento di infrastrutture primarie e l’erogazione di servizi essenziali per la popolazione; chiudono ospedali, acquedotti, attività agricole e commerciali, con le conseguenze che ben si possono immaginare.

Anche il forno supportato da Amici dei Bambini a Binnish sta risentendo inevitabilmente di questa crisi. La produzione è stata interrotta per un giorno, mentre l’impennata del costo del carburante ha costretto Syrian Children Relief, il partner siriano di Ai.Bi., ad aumentare temporaneamente del 60% il prezzo del pane venduto al pubblico, per poter assicurare l’operatività del panificio.

«La situazione peggiora giorno dopo giorno: il valore del gasolio varia in base alla disponibilità, oscillando tra le 400 e le 500 Lire Siriane per litro (circa 2 euro)» mi riferiscono i colleghi di Binnish. «Nonostante le difficoltà, continuiamo a produrre pane. Parte del carburante lo acquistiamo presso il mercato locale, dove sono reperibili ancora scorte limitate; parte ci viene donato o prestato da persone di buon cuore. Non sappiamo per quanto ancora potremo andare avanti, e al momento non vediamo segni di un possibile miglioramento

Benchè nessuno ne parli, la crisi del carburante rischia di avere conseguenze catastrofiche per le famiglie siriane. Nel villaggio di Maraat Al Numaan, 14 neonati sono morti perché era finito il gasolio per far funzionare le incubatrici: questo dà la misura di quanto sia grave e attuale la minaccia, specie per i più vulnerabili.

Noi di Ai.Bi. siamo nella posizione di poter fare qualcosa, quantomeno per garantire che le nostre famiglie di Binnish continuino a ricevere il pane: raccogliendo i fondi necessari, potremmo contribuire a coprire il fabbisogno mensile di carburante del forno, che al momento ammonta a circa 20.000 litri. Per fare questo, però, contiamo anche e soprattutto sul vostro aiuto. Non restiamo a guardare.

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.