Bologna, le emozioni fanno il bis: prima «…ma Dio tace», poi la benedizione delle adozioni

unadozione-benedetta 200 200Un binomio che non lascia indifferenti nemmeno i ‘duri di cuore’. La rappresentazione teatrale «… ma Dio tace», tratta dall’omonimo libro di Marco Griffini, andata in scena sabato 22 settembre nella parrocchia San Giovanni Bosco a Bologna, ha creato la base emotiva per cogliere pienamente il valore e la meraviglia del rito della benedizione delle adozioni, celebrato nella stessa parrocchia il giorno successivo.

Protagonista del rito domenicale,  il piccolo Vlad adottato da Giovanni e Lucia. Durante l’eucarestia, in un rito che recupera un’ antichissima tradizione della chiesa ortodossa, il papà e la mamma rinnovano l’impegno della loro unione matrimoniale, e davanti all’assemblea dei fedeli proclamano la formula che inizia con «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato». Subito dopo un abbraccio sancisce il legame filiale.

Il rito termina con la preghiera di benedizione fatta dal sacerdote: per ora è una sperimentazione che non sostituisce il battesimo, ma è il riconoscimento che la Chiesa dà alla scelta adottiva.

Una scelta- quella adottiva- che prima di diventare gioia, passa molto spesso dal dolore della sterilità della coppia. Che si sente ‘tradita’ da Dio. Ma c’è chi, oltre alla coppia sterile, sperimenta sulla pelle un tradimento e un dolore smisurato. Sono i bambini che si ritrovano a vivere in istituto, soli, senza un papà e una mamma che li amino. Vlad, almeno lui, non è più tra i 168 milioni di bimbi abbandonati. Ma quel grido di dolore non può restare inascoltato. Sono questi i temi  del testo «…ma Dio tace», una contemplazione del mistero dell’abbandono, pubblicata dopo una lunga gestazione dal presidente di Ai.Bi., per la casa editrice Ancora.

Grande la commozione della famiglia adottiva che scrive: «Vorremmo ringraziare tutta Ai.Bi. e il Presidente Griffini per averci dato questa bella emozione! Il rito è stato toccante: dalla conferma dell’unione matrimoniale, alla benedizione di nostro figlio sull’altare, davanti a Dio, davvero bello ed emozionante. Grazie di cuore». Emozioni  che, almeno per gli adulti, il tempo non potrà cancellare.