Bolzano: morire di freddo nella città più ricca d’Italia

Per non congelare, aveva camminato fino a tarda notte tra le casette del mercatino di Natale, recuperando un po’ di calore dai vapori delle cucine che vendono wurstel e vin brulè

Quella di Mostafa Abdelaziz Aboulela, ragazzo egiziano di appena 19 annimorto di freddo, in solitudine, durante la notte del 9 dicembre, nella zona industriale di Bolzano, è l’ennesima tragedia della disperazione.

Le luci calde dei mercatini di Natale, che fino a qualche ora prima, avevano brillato tra le decorazioni e il profumo del vin brulè, ricordando la gioia delle festività natalizie stridono ora più che mai con l’immagine fredda e livida dell’unico giaciglio in cui Mostafa rannicchiato sotto una coperta, per ripararsi dalla gelida notte trentina, ha trovato la morte, sotto un cavalcavia ferroviario, a migliaia di chilometri da casa. Con lui l’amico Shabaan Alaa, altro senza tetto.

I due giovani, come si apprende da Tgcom24 per non congelare, avevano camminato fino a tarda notte tra le casette del mercatino di Natale, recuperando un po’ di calore dai vapori delle cucine che vendono wurstel e vin brulè. “Per riscaldarci – ha raccontato Shabaan – abbiamo provato a camminare fino al mattino. Eravamo sfiniti e dopo mezzanotte ci siamo nascosti fuori dal centro accanto ai binari dei treni. Mostafa tremava dal freddo. Si è avvolto nella coperta della Caritas e di è addormentato. Al mattino l’ho chiamato, non mi ha risposto. L’ho scosso, ho provato a svegliarlo: niente”. 

In Italia da alcuni anni, il giovane, come racconta La Stampa era giunto in Trentino solo pochi giorni prima per aiutare la sua famiglia: “Noi siamo poveri – ha raccontato il fratello di Mostafa all’Alto Adige- voleva aiutarci. Voleva renderci la vita più facile, così ha messo a repentaglio la sua”.

Tutti i dormitori erano pieni

Il giovane egiziano aveva provato a cercare un letto in un dormitorio per trascorrere la notte, quando le temperature si fanno gelide e scendono sotto lo zero, ma purtroppo tutti i dormitori della città erano pieni e in lista d’attesa segnala il quotidiano, c’erano ben 170 persone prima di lui.

170 persone con chissà quali fatiche sopra le spalle. 170 persone in cerca di un luogo che li potesse ospitare durante la notte: tra loro c’era anche il giovane Mostafa.

Entrambi – racconta ancora Shabaan come si legge su Repubblica– non avevamo nessuno qui a Bolzano, quindi l’unica possibilità era dormire in strada. Avevamo fatto richiesta per un posto dove poter dormire ma ci è stato negato perché erano tutti pieni. Ma non meritava una fine così, nessuno la merita, lui era simpatico, gentile e disponibile”.

L’assessore comunale Juri Andriollo, esprimendo il suo dolore, ha lanciato il grido d’allarme per i numeri eccezionali dei migranti giunti a Bolzano in questi ultimi mesi.

La tragedia di Mostafa è la disfatta dell’accoglienza, parola che non riguarda solo le istituzioni, solo il volontariato, riguarda noi tutti. Non è possibile, con il 2023 alle porte che un giovane uomo, muoia di freddo, in solitudine, perché in città non vi era un letto che lo potesse accogliere. L’umanità è si è spenta con lui quella notte.