Brambilla: “Pari dignità per genitori adottivi e naturali”

Michela-Vittoria-BrambillaC’è un elemento di criticità del nostro sistema di adozione internazionale che non è stato evidenziato a sufficienza, durante i dibattiti scaturiti dalle celebrazioni della Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia. Si tratta della sottile, strisciante discriminazione di cui soffrono le coppie che decidono di adottare un figlio, rispetto a quelle che posso averne uno proprio. L’unica a mettere in luce questo aspetto di non secondaria importanza – trascurato dalla maggioranza dei media, ma prontamente evidenziato e rilanciato da Ai.Bi. News – è stata la Presidente della Commissione bicamerale per l’Infanzia, Michela Vittoria Brambilla, che a margine del convegno tenutosi il 20 settembre a Roma, intitolato “Il diritto di bambini e ragazzi alla famiglia: come rilanciare adozioni e affidi”, ha appunto invocato pari dignità” per genitori adottivi e naturali: “Non può passare l’idea che per generare un figlio basta essere normali, mentre per adottarne uno occorrono qualità eccezionali”, ha dichiarato la Brambilla.

Una discriminazione che forse, prima ancora che nell’atteggiamento di chi è chiamato a giudicare sull’idoneità ad adottare delle coppie, è nella “forma mentis” del Legislatore, il quale ha concepito l’iter delle adozioni internazionali come un vero e proprio percorso ad ostacoli. Quali siano i principali impedimenti, oggi, è stato detto invece in maniera chiara ed esaustiva: le difficoltà economiche e burocratiche.

Il diverso trattamento, insomma, fra genitori adottivi e naturali non è un’opinione: è un fatto. Laddove ai primi, per avere un bambino, basta l’amore, l’unione carnale, un periodo (assieme dolce e impegnativo) di gestazione, e un travaglio di qualche ora, ai secondi è richiesto di sottomettersi a un vero e proprio calvario di pratiche, passaggi burocratici, attese, intoppi amministrativi e giudiziari, che spesso rischiano di frustrare la volontà dei coniugi. Un percorso, quest’ultimo, assai meno piacevole rispetto a quello naturale, e che spesso si protrae ben oltre i canonici nove mesi di gravidanza.

Ebbene, la sola scelta di affrontare consapevolmente questa “avventura” dovrebbe costituire già di per sé una garanzia d’impegno, determinazione e tenacia, per i giudici dei minori chiamati a pronunciarsi sull’idoneità dei genitori adottivi. E invece.

Invece, troppo di frequente le decisioni dei Tribunali sembrano avulse dalla realtà, con esiti addirittura paradossali, come quello di negare l’idoneità a coppie su cui i servizi sociali si sono espressi positivamente, per ragioni quanto meno controverse.

C’è un atteggiamento a volte troppo sospettoso verso gli aspiranti genitori”, ha detto la Brambilla. Chi, come Amici dei Bambini, assiste quotidianamente le coppie adottive e ne condivide amarezze e frustrazioni, non può che convenire.

Per queste ragioni, anche sull’onda degli interventi del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del Presidente del Senato, Pietro Grasso – rispettivamente la prima e la seconda carica dello stato  – è importante continuare a soffiare sulla brace del confronto e insistere sul tema del rilancio di adozioni e affido, affinché il legislatore torni a mettere mano il prima possibile alla legge sulle adozioni internazionali. Magari, stavolta, con uno sguardo un po’ più favorevole e benigno verso chi, togliendo un bambino da un istituto e accogliendolo a casa propria, contribuisce a  rendere questo mondo un po’ migliore.