Buon anno. Di fari e “porti sicuri” per tutti i bambini del limbo

L’editoriale per il nuovo anno di Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Amici dei bambini, dedicato al dramma delle “neglect list”, liste infinite di bambini abbandonati che anno dopo anno non smettono di sperare nell’approdo accogliente di una famiglia

1 gennaio 2022. Anno nuovo.
Forse poco sembra cambiato rispetto a ieri, in questo tempo strano e sempre uguale di pandemia. Eppure, basta la data, 1 gennaio, per avvertire l’aria del futuro, dei giorni che verranno, dei buoni propositi che, come sempre, il primo dell’anno porta con sé.
Facile, per noi, che tante volte, per paradosso, abbiamo difficoltà a pensare al futuro per le troppe possibilità che ci si aprono di fronte, come incapaci di scegliere la caramella da scartare davanti a una vetrina troppo ricca di dolci.
Difficile, troppo difficile, per tanti altri. Che la vetrina nemmeno sanno dove sia e l’unica luce che hanno in mano è quella fioca di una piccola lanterna che non illumina più in là di uno sguardo.
È a loro che quest’anno Ai.Bi. ha dedicato l’immagine della tessera Amico dei Bambini: ai minori che vagano nel limbo dell’abbandono, in un mare desolante di solitudine. Bambini destinati a passare da un orfanotrofio all’altro finché, un giorno, non verranno inseriti in qualche neglect list, infiniti elenchi di nomi, che periodicamente arrivano da tutti i Paesi del mondo, di minori dichiarati adottabili alla soglia dei 13, 14, 15 anni, quando è ormai quasi impossibile trovare per loro una famiglia.

Hanno storie tutte molto simili, questi bambini del limbo, storie che cominciano con un abbandono e che proseguono con l’ingresso in un orfanotrofio in piccola età; quando ancora la possibilità di una famiglia si potrebbe spalancare loro dinanzi. Invece no:  egoismo, immobilismo, scarsa attenzione e una serie di “miti culturali” li tengono fermi in quel mare senza sponde. In quel limbo in cui si può solo continuare a vagare. Ma per andare dove…?
La tessera di Ai.Bi., una risposta non ce l’ha, ma quello che ha è la determinazione di chi non si arrende all’abbandono, di chi prova a gridare che i bambini abbandonati esistono, vivono e fino alla fine continuano a viaggiare, nella nebbia della loro fantasia, verso il porto sicuro di una famiglia.
Lo raggiungeranno mai, questo porto sicuro? Ancora una volta la risposta non è nella tessera di Ai.Bi., ma, in questo caso, è demandata a ciascuno di noi, perché anche se non siamo “colpevoli” del loro abbandono, ne siano comunque in parte responsabili in quanto membri di una società. Perché, proviamo a domandarci, di chi è figlio un bambino che vive in uno stato di abbandono, orfano di una madre e di un padre anche se, magari, ancora viventi?
Prendere la tessere di Ai.Bi., allora, significa assumersi un pezzetto di questa responsabilità. Significa sbracciarsi da un riva, anche se lontanissima, verso “l’altro mio figlio”, ovunque esso sia, in qualunque orfanotrofio esso viva o sopravviva.
Significa decidere di essere un piccolo faro, per lui, che segna la traccia di una speranza verso il porto sicuro di una nuova mamma e un nuovo papà.
La tessera si fa QUI.
Si può fare per il nuovo anno; si può fare con il rinnovo automatico di anno in anno; si può fare con un versamento che vale per tutti gli anni della propria vita.
Ed è un bel proposito da fare in questo 1 gennaio 2022 spalancato davanti a un mare che speriamo ricco di approdi.
In fondo, dipende anche da ciascuno di noi!