Buon Natale. Anche all’ “altro mio figlio”

L’editoriale del Presidente di Amici dei Bambini Marco Griffini, per augurare a tutti i lettori un buon Natale, con un pensiero in più per i bambini vittime di abbandono

Carissimi,
per questo Natale voglio raccontarvi una storia personale, ma che sicuramente posso condividere con milioni di nonni in tutto il mondo.
Qualche giorno fa, sono andato al saggio di Natale dell’asilo della mia bellissima nipotina: era invitata tutta la famiglia, nonni compresi, così non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di entrare nel grande teatro della chiesa, vedere come fosse esaurito in ogni ordine di posti, con le persone in piedi appoggiate alle pareti o appena prima delle porte di uscita… L’emozione la si poteva quasi toccare con le mani: i sorrisi degli adulti da un lato, i volti trepidanti dei bambini in attesa di esibirsi dall’altro. E, poi, gli applausi scroscianti a non finire.
Dopo il saggio, c’è stato il momento in cui i genitori delle varie classi sono stati chiamati per riprendersi i bambini. Questi, dal canto loro, fremevano, sforzandosi di scorgere fra le tante persone che si avvicinavano il volto conosciuto della mamma e del papà, per correre loro incontro e farsi dire “bravo” o “brava”, mentre i genitori li stringevano forte a sé in un abbraccio come se fosse passata un’eternità dall’ultima volta che li avevano visti.

È stato in quel momento, nell’assistere al continuo susseguirsi di abbracci, di sorrisi e di lacrime asciugate… che si è spento il sorriso di un nonno soddisfatto di tutto ciò che la vita gli ha regalato.
Perché quel nonno sa quanti, troppi, bambini e bambine non conosceranno mai quegli abbracci e quelle infantili emozioni.
Bambini che faranno i loro saggi natalizi, ma chi troveranno ad applaudirli, accoglierli, a urlare loro “bravo” e “brava”, portandoli con sé a casa, felici e contenti?
Forse ci sarà un educatore, o magari un assistente sociale, un direttore di un orfanotrofio… Non una mamma e un papà.
Questa è la tremenda realtà delle vittime di abbandono, che si ripete sempre uguale anno dopo anno. E si ripete nonostante tante di loro potrebbero cambiare radicalmente il loro futuro, trovando delle braccia di madri e di padri pronte ad accoglierle trepidanti. Tutto questo, se solo si credesse di più, istituzioni e famiglie, nella bellezza dell’adozione.

Buon Natale, dunque, a tutti. Ma soprattutto a chi, in questa notte, rivolgerà un piccolo pensiero a quell’ “altro mio figlio”: dimenticato, abbandonato, eppure ancora speranzoso, in qualche parte del mondo.