Il Camerun avvia la prima vaccinazione di massa contro la malaria. OMS: “Evento storico”

A gennaio 2024 il Camerun è stato il primo Paese africano ad avviare una campagna vaccinale di massa contro la malaria, malattia che nel 2022 ha causato oltre 600mila vittime, l’80% delle quali bambini con meno di 5 anni

Da ormai due anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato il primo vaccino contro la malaria, una malattia che ogni anno uccide centinaia di migliaia di persone, specialmente bambini: secondo i dati dell’OMS riportati da Internazionale, nel 2022 le vittime della malaria sono state 608mila in tutto il mondo, su un totale di 250 milioni di infezioni. Il 95% dei decessi sono avvenuti in Africa e nell’80% dei casi ha riguardato bambini sotto i 5 anni.

Vaccinazione contro la malaria: un evento storico

Finalmente, nel gennaio del 2024, un primo Paese dell’Africa ha dato il via a una campagna vaccinale di massa. Si tratta del Camerun, che ha somministrato la prima dose di vaccino Rts,s in un ospedale di Soa, piccola città a una ventina di chilometri di distanza da Yaoundé, la capitale. L’OMS ha definito l’iniziativa un “evento storico”, augurandosi che presto altri Paesi seguano l’esempio del Camerun.
Nell’agosto del 2023 anche il Ghana aveva autorizzato l’utilizzo di un vaccino contro la malaria, l’R21 (prodotto dal Serum Institute of India.), che successivamente è stato anch’esso autorizzato dall’OMS, ma non ha ancora lanciato una vera e propria campagna vaccinale diretta a tutta la popolazione.
Tornando al Camerun, negli scorsi mesi sono state consegnate al Paese oltre trecentomila dosi del vaccino Rts,s messo a punto dall’azienda GlaxoSmithKline, che verranno ora somministrate in 42 distretti di 10 regioni, venendo offerte gratuitamente a tutti i bambini al di sotto dei 6 mesi d’età.
Nella campagna di vaccinazione sono riposte molte speranze, dati gli incoraggianti risultati dei test effettuati a partire dal 2019 in Kenya, Ghana e Malawi, che hanno mostrato una riduzione della mortalità del 13% e una significativa riduzione delle forme più gravi della malattia e, conseguentemente, dei ricoveri in ospedale.