Il cammino verso il perdono. La riflessione della dott.ssa Milanese alla settimana studio e formazione di Ai.Bi.

Si può perdonare un genitore che non ci ha amati o un partner che ci ha traditi?. La psicologa e docente Roberta Milanese ha risposto in un intenso intervento durante il seminario di Ai.Bi. “Il post-abbandono: il grido del perdono nella adozione”

In località Casino di Terra, in provincia di Pisa, negli ultimi giorni di agosto 2023 si sta svolgendo la 30° Settimana di studio e formazione di Ai.Bi. Amici dei Bambini. In particolare, il programma è incentrato sul seminario: “Il post-abbandono: il grido del perdono nella adozione”, i cui lavori si sono aperti con l’interessante intervento “Perdonare se stessi e gli altri: ferite, fatiche, opportunità, strategie per far pace col passato” della dottoressa Roberta Milanese, psicologa, ricercatore associato e psicoterapeuta ufficiale del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, docente del Master universitario di Il livello in Psicologia Clinica Sanitaria e della Scuola di specializzazione in Psicologia Clinica deIl’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché autrice di diverse pubblicazioni suIl’approccio strategico.

La riflessione della dott. Roberta Milanese sul perdono

L’intervento di Roberta Milanese è partito da una “semplice” domanda: “Possiamo perdonare un genitore che non ci ha amati o il partner che ci ha traditi?”. Torti, ingiustizie, abbandoni, tradimenti… infatti, sono come dei coltelli affilati che possono creare ferite profonde nel cuore, nell’orgoglio, nell’autostima, minando la fiducia negli altri o nel futuro.
Già queste, sottolinea Milanese, sono ferite “spesso difficili da sanare che ci possono accompagnare anche per tutta la vita”, ma ancora più difficile è porre rimedio alle ferite provocate da noi, “che possono farci sprofondare in terribili sensi di colpa e inadeguatezza”.
Di fronte a tutto questo, però, Milanese sottolinea come esista un “balsamo miracoloso” per la Ioro cura, che il mondo scientifico ha riscoperto solo negli ultimi trent’anni: il perdono.
“È ormai ampiamente dimostrato – prosegue la riflessione che il perdono produce numerosi effetti benefici sulla salute sia fisica che psicologica: migliora il funzionamento del sistema cardiocircolatorio, immunitario, nervoso, il benessere psicologico e le relazioni con gli altri”.
E suona quasi strano che questa “riscoperta” sia arrivata solo nei decenni più recenti, se si pensa che, in realtà, la pratica del perdono è antichissima e costituisce uno degli insegnamenti portanti delle grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islam), così come di altri movimenti religiosi come l’induismo e il buddhismo.

Gli ostacoli da superare nel cammino verso il perdono

Detto, dunque, che senza ombra di dubbio, “perdonare conviene”, mettere realmente in pratica il perdono non è per nulla facile. “La strada verso il perdono – continua la riflessione della dottoressa – è lastricata da molti ostacoli: la difficoltà di lasciare andare il dolore e il rancore; la paura che perdonare ci esporrà al rischio di essere feriti nuovamente; il bisogno di ottenere giustizia…”, solo per citarne alcuni dei principali.
Tuttavia, “attingendo a sapienze antiche e moderne, come le efficaci strategie messe a punto nell’ambito della Psicoterapia Breve Strategica, abbiamo individuato un possibile percorso che possa aiutare ad accedere alla dimensione del perdono” Si tratta di un “vero e proprio viaggio attraverso il nostro mondo emotivo, per riuscire a donare un nuovo senso a quanto ci è accaduto, fino ad arrivare, finalmente, a fare pace con il passato”.
L’articolazione più completa della riflessione di Roberta Milanese sul perdono e sulle strategie più efficaci per riuscire a metterlo davvero in atto superando tutti gli ostacoli, si trova nel libro Perdonare se stessi e gli altri, scritto insieme a Guidalberto Bormolini e pubblicato da Edizioni Messaggero Padova. Un libro che si pone proprio l’obiettivo di “guidare il lettore neIl’affascinante viaggio verso il perdono: un viaggio che ci obbligherà a scendere negli inferi del nostro mondo emotivo, per poi gradatamente risalire a osservare la realtà con occhi nuovi e, finalmente, uscire ‘a riveder le stelle’.”