Cina. Le emozioni dell’arrivo tra piccole paure e lacrime di commozione: le 8 coppie hanno incontrato i loro piccoli

IncontroÈ sabato pomeriggio, 19 settembre, quando 8 coppie italiane di Amici dei Bambini atterrano finalmente all’aeroporto di Xian dopo una trasvolata intercontinentale. Per loro è appena iniziato il viaggio più bello e più importante: quello che le porterà a incontrare e a portare a casa i loro figli adottivi. Un viaggio che saranno gli stessi genitori a raccontarci, giorno per giorno, come in una sorta di diario. Le emozioni e le sensazioni dei primi momenti ce le racconta uno dei papà adottivi, Lorenzo. A lui la parola…

Dopo tre voli, tante ore seduto, corse, code, controlli, pochissime ore di sonno… siamo arrivati.

Terribile lo smog e l’inquinamento. In più ci sono un caldo e un’umidità tali per cui abbiamo trovato un clima ambientale non certo dei più facili.

Tutto mi sembra strano, immenso, pieno di contrasti. Non ho una grande conoscenza di posti diversi da quelli delle nostre parti e qui mi sembra davvero un altro mondo. Coesistono a distanza di pochi metri il futuro e il passato. L’avanguardia e il Medioevo. La perfetta organizzazione, la cordialità, l’ospitalità e la simpatia cinesi con il disordine, l’incuria, l’inquinamento, l’anarchia a 2 o a 4 ruote. Non sono ancora riuscito a capire se la Cina mi piace o no. Sono incuriosito e attratto dall’esplorare questo abisso che ci separa nelle tradizioni, nel linguaggio, nel mangiare, in tutto, ma allo stesso tempo il mio modo di essere mi porta a rimanere sulle mie, a insistere nel mangiare pasta quando so bene che da noi, quella cosa, la useremmo forse per cancellare la matita dai fogli di carta.

Chiudo la parentesi ambientale con una piccola riflessione. Ammetto di avere dei problemi a lasciare il mio mondo per 3 settimane anche per fare una cosa che ho scelto io stesso di fare, anche se vado in un altro mondo e qui vengo accolto e trattato come un signore con il massimo dei servizi e dei confort. Penso alla povera gente che in questi giorni deve scappare dal proprio Paese in cui rischia la vita. E dopo un viaggio alla “spera in Dio”, magari si trova a dover lottare per arrivare a destinazione nonostante abbia pagato a caro prezzo il suo “biglietto”. Mi viene da ridere se penso alla perdita del sonno o al rumore degli aerei, rendendomi conto di trovarmi in un hotel a 5 stelle con un mega letto in cui ora abbiamo posto tutti e 5 comodamente.

Sabato sera, quando mancavano solo poche ore al fatidico incontro, finalmente iniziavo a rendermi conto che il giorno seguente saremmo stati in 5. A darmi la “sveglia” è stato l’entrare in camera e il trovarmi il lettino che sarà di Shan. Ammetto che ho avuto un po’ paura. Io e mia moglie Chiara vedevamo questa paura anche nelle altre coppie, soprattutto in quelle che non hanno altri bambini. Il loro continuo fare domande, voler scendere nei dettagli, ripetere le cose denotava questo stato di paura. Poi magari la parola “paura” per ciascuno può essere declinata in diversi modi. Per qualcuno è ansia, impazienza, preoccupazione…  Saremmo riusciti a stabilire subito il contatto con i bambini e a iniziare a costruire qualcosa? Saremmo riusciti a trovare alla svelta i nuovi ritmi e le nuove abitudini? Sorridendo, a cena, pensavamo al giorno seguente, sognando di essere un po’ più tranquilli degli altri, perché riteniamo che il passaggio da 2 a 3 sia meno impegnativo del passaggio da 0 a 1.

Domenica. È il momento dell’incontro con i bambini. Il “nostro” Shan è forse il più grande degli 8, ma è fisicamente molto minuto. Quando si è addormentato tra le mie braccia mi sono reso conto che gli altri nostri 2 figli, Pietro ed Emma, erano così solo dopo poche settimane dalla nascita. Non ha molta confidenza con il cibo, fa fatica a mangiare.

Di lacrime Chiara ne ha versate un po’. Io ho fatto il duro, salvo poi, mentre lo facevo addormentare o mentre scrivevo queste quattro parole, gli occhi mi si bagnavano.

La mattina successiva ho svegliato tutti e 4 perché dovevamo andare alla stazione di polizia per il passaporto di Shan. Poi abbiamo dovuto lottare parecchio per fargli il bagnetto (l’acqua non gli piace proprio) e l’abbiamo coccolato un po’. Per fortuna, questa prima notte ha dormito benissimo: dalle 10 di sera alle 8 di mattina.

E Pietro ed Emma? Sono di fronte al loro piccolo “dramma”: si sono trovati a dover crescere dall’oggi al domani, spinti da due genitori che hanno fatto fare loro il giro del mondo invece che lasciarli sul divano a dover scegliere solo tra televisione e Ipad.

Il sogno è appena iniziato. Anche se noi volevamo che fosse in discesa, prima o poi la discesa arriverà. Tra una settimana magari staremo qui a riderci sopra!

(continua…)