Cittadini del Mondo nel Viaggio della Vita

Mimmo_Paladino_Porta_di_Lampedusa_porta_europa_01 Dal 22 al 26 settembre una delegazione di attenti e sensibili “folignati”, coinvolti nel progetto “Cittadini del mondo”, ha fatto tappa a Lampedusa, terra di frontiera scelta quest’anno come luogo di confronto e di dialogo su temi importanti come la custodia del creato, l’integrazione, la giustizia, i diritti umani. Accompagnati da mons. Luigi Filippucci, responsabile di questa lodevole iniziativa che la Diocesi di Foligno promuove da ben 9 anni, un gruppo di ragazzi degli istituti superiori ha avuto più occasioni per riflettere con i coetanei lampedusani che partecipano, invece, a un altrettanto lodevole progetto che la Fondazione Migrantes sta realizzando con l’Istituto Onnicomprensivo “L. Pirandello” di Lampedusa: “Il Viaggio della Vita”, ormai giunto al suo terzo anno. “Fondamentali all’interno di un percorso del genere – ha spiegato don Luigi- sono la conoscenza e la presenza; una presenza che deve essere comunicativa; una comunicazione di se stessi. Non parliamo solo di accogliere, assistere, aiutare, ma di vivere. Il concetto fondamentale – ha sottolineato – è la vita”. Introduttivo è stato l’incontro del 23 mattina svoltosi all’interno del salone parrocchiale, quando la delegazione assieme agli alunni lampedusani, ha incontrato il sindaco dell’isola, Giusi Nicolini. A guidare il confronto e a proporre le attività ci ha pensato Germano Garatto. “La cosa importante per la nostra vita– ha detto l’operatore Migrantes- è capire che senso hanno le cose che succedono e non lasciarci vivere passivamente dagli accadimenti, dai fatti. Quindi, se Lampedusa è in qualche modo costretta dentro questo fenomeno, che senso da, questo, alla sua storia e alla storia delle singole persone? La storia dei migranti – conclude Garatto- rischiara il nostro percorso? Dà un’indicazione a noi che stiamo camminando?”. A queste domande risponde il sindaco: “Quest’isola è un ponte di straordinaria importanza. L’unicità di Lampedusa, privilegio che vogliamo e dobbiamo condividere, è di stare in un posto che non è solo un osservatorio da cui si guarda, ma un posto in cui si vive, soprattutto in cui si vivono le contraddizioni più grandi: chi fugge dalla guerra e dalla povertà e che viene a chiedere aiuto a un mondo ricco che ha già la pace. Su quest’isola grazie al turismo –termina la Nicolini- abbiamo sempre avuto l’occasione di confrontarci con tanti sguardi, tanti punti di vista diversi dal nostro. E’ importante che anche i giovani abbiano qui la possibilità di incontrarsi e dialogare e soprattutto conoscere, perchè solo insieme si può fare qualcosa”. Il viaggio dei “cittadini” di Foligno è stato ricco, appunto, di confronti e testimonianze. In soli quattro giorni hanno ascoltato tanti racconti: quelli dei soccorritori del 3 ottobre, della famiglia che ha accolto un minore straniero in casa, di operatori parrocchiali e di componenti del Forum Lampedusa Solidale, del falegname delle croci e della dottoressa delle tartarughe marine, conosciuto la storia dell’isola grazie all’illustrazione del parroco, don Mimmo Zambito, dell’Associazione Archivio Storico e del cantautore Giacomo Sferlazzo, visitato tanti luoghi simbolo, anche dal punto di vista semplicemente naturalistico. Tutte queste esperienze “interculturali” ogni ragazzo le porterà con sé per trasmetterle agli altri. “La grande sfida che lanciamo proprio da Lampedusa– insiste a tal proposito mons. Filippucci- è che i ragazzi possano essere dei messaggeri, non soltanto nelle scuole con i loro compagni, ma soprattutto nel territorio, perché è lì che possono aiutare le persone ad essere presenti e libere”. L’obiettivo prossimo di tutti è quello di trovare altre occasioni di conoscenza reciproca, fra la Diocesi di Foligno e Lampedusa, per approfondire, analizzare, studiare, comprendere e riscoprire ulteriormente tutte le tematiche che saranno affrontate da entrambi i progetti durante l’anno scolastico.

Maria Veronica Policardi

L’emergenza continua! Chiediamo ai nostri sostenitori e ai nostri lettori di aderire alla nostra campagna “Bambini in alto mare”, attivando un Sostegno a Distanza per garantire la giusta accoglienza di queste persone che scappano dalle minacce che scaturiscono dalle guerre presenti nei loro territori.