Conclusa la prima adozione ad Haiti. Stallo per le altre

bimba-mano HOMEAd attendere l’arrivo dei due fratelli di Haiti con la famiglia Trevisol all’aeroporto di Venezia si è creato un vero e proprio comitato di benvenuto. Sì perché la storia di adozione di Wilson e Patrick é stata lunga e travagliata (ben 5 anni di iter), ma l’epopea si è conclusa mercoledì 3 febbraio quando è ufficialmente iniziata la loro vita familiare. Si tratta di due bambini la cui adozione era già stata perfezionata dalla coppia prima del terremoto, ma era stata bloccata da un cavillo burocratico.

Ne abbiamo parlato con Fiammetta Magugliani, presidente di N.O.V.A., l’unico ente italiano autorizzato per le adozioni dei minori haitiani.

Come stanno ora Wilson e Patrik?

Stanno bene, nonostante tutto. Wilson e Patrik sono due bambini già grandi: hanno 8 e 9 anni e hanno dimostrato di essere due bimbi molto forti e con una grande serietà. Naturalmente la famiglia dovrà essere sostenuta da esperti che li aiutino nella relazione con i figli, ma sappiamo già che i genitori possono contare su una rete familiare e di amicizie molto solida.

Dov’erano i bimbi al momento del terremoto?

Erano in un orfanotrofio di Porte au Prince, in cui vivevano da tempo. Fortunatamente la loro struttura non è stata particolarmente danneggiata. Non era uno di quegli orfanotrofi che ospitava centinaia di bambini di cui si parla in questi giorni.

Come si è svolta l’ultima fase dell’iter adottivo?

L’ultima fase è stata davvero da adozione lampo, a differenza di tutta la parte precedente. Siamo atterrati con la famiglia Trevisol a Santo Domingo lunedì scorso, il primo febbraio, e siamo tornati in Italia due giorni dopo. I bambini erano già nella Repubblica Dominicana da qualche giorno ed erano stati accompagnati lì dall’Ambasciatore di Haiti. Erano già stati preparati all’incontro con i loro genitori adottivi, non vedevano l’ora che arrivasse quel momento.

Come è stato il momento dell’incontro?

Emozionante, come era naturale che fosse. La coppia era stata “temprata” da 5 lunghi anni di attesa; quando siamo arrivati nella sede dell’Ambasciata li abbiamo lasciati soli con i figli nel patio del palazzo. Non volevamo intrometterci in un momento così delicato.

Previsioni per altre adozioni con Haiti?

Ancora nulla. Dobbiamo attendere dalle autorità haitiane i nomi dei minori abbandonati e dichiarati adottabili. In passato abbiamo incontrato difficoltà a volte anche insormontabili da un punto di vista burocratico. Ci siamo trovati in situazioni in cui non esisteva nemmeno lo stato di abbandono del bambino, ovvero il documento che certifica l’assenza di genitori o parenti. Per questo era impossibile mandare avanti la pratica di adozione. Noi di fatto non facciamo più abbinamenti con i bambini di Haiti dal 2005, gli ultimi bambini erano stati adottati nel 2007.