Repubblica Democratica del Congo. Avanzano i ribelli ma diminuiscono gli scontri- AGGIORNAMENTO

Dopo aver preso la città di Goma, i ribelli del gruppo M23 avanzano verso sud senza incontrare resistenza. Ma in città la situazione è più tranquilla. I bambini degli orfanotrofi seguiti da Ai.Bi. “stanno tutti bene”

Giovedì 30 gennaio

La situazione nella Repubblica Democratica del Congo è in continua evoluzione e, anche se la prima fase più violenta sembra essersi un po’ arrestata, nell’est del Paese c’è un “peggioramento senza precedenti della situazione della sicurezza”, per usare le parole del presidente della Repubblica Félix Tshisekedi in un discorso alla nazione in diretta televisiva.
Effettivamente, secondo diverse fonti, le truppe dei ribelli dell’M23 stanno avanzando anche nel Kivu meridionale, senza incontrare una sostanziale resistenza. Da qui, paradossalmente, l’attenuarsi dei conflitti armati e degli scontri a fuoco, che non significano, in questo momento, un miglioramento generale della situazione, ma sottolineano le difficoltà del governo locale di approntare una risposta. Non per nulla, nel suo discorso, il presidente ha fatto riferimento “all’inazione” della comunità internazionale, invocando indirettamente un intervento a sostegno dell’esercito e del governo regolare.
Se, dunque, a livello politico e nazionale cresce la preoccupazione per ciò che potrà succedere, con molti analisti che non escludono la possibilità di una deriva verso la guerra civile, localmente, dove per forza di cose si vive più “alla giornata”, la situazione è più stabile. Anche nella città di Goma, di fatto ormai quasi completamente in mano ai ribelli, i combattimenti sono scesi d’intensità.
Alessandro Solagna, cooperante di Ai.Bi. nel Paese, ora rifugiatosi in Ruanda, ha potuto mettersi in contatto con gli operatori rimasti negli orfanotrofi FED e Sodas, ricevendo rassicurazioni sul fatto che i bambini stiano tutti bene. Anche al FED, che si trova vicino all’aeroporto e ieri si è trovato nel mezzo di violenti scontri, le cose “si sono calmate”. In generale, ha chiuso il breve messaggio Alessandro: “Nessuna nuova, buona nuova”.

Mercoledì 29 gennaio ore 16.30

Secondo alcune fonti della chiesa congolese, sentite da Agenzia Fides: “A Goma ci sono 2 milioni di persone in sofferenza. Di queste, almeno un milione sono sfollati provenienti da altre aree del Nord Kivu in precedenza investite dalla guerra”.
Con il passare delle ore e l’avanzare dei ribelli del gruppo M23, paradossalmente la situazione in città sembra essere più calma, come ha riportato nel suo messaggio anche il cooperante di Ai.Bi. Alessandro Solagna. Di fatto è perché l’esercito regolare sta arretrando.
Come riportato da Rai News, alcuni reporter della Reuters “hanno visto decine di uomini bianchi e muscolosi, alcuni in uniforme, passare dal lato ruandese”, con ogni probabilità si tratta di soldati mercenari, soprattutto rumeni, che negli ultimi due anni sono stati assoldati per rinforzare e addestrare le truppe congolesi.
Dal piano prettamente militare, la questione sembra ora spostarsi più sul versante politico, con la richiesta di un immediato cessate il fuoco fatta dal Segretario di Stato americano Marco Rubio, ma la leader dell’ala politica dell’M23, l’Alleanza del Fiume Congo, ha dichiarato che l’obiettivo finale è quello di rovesciare il governo di Kinshasa.

ore 11.50

L’escalation è stata velocissima e, innescandosi su una situazione umanitaria già compromessa, ha creato una enorme catastrofe umanitaria nel giro di poche ore.
L’Unione Africana si unisce alla condanna internazionale contro gli “atroci attacchi” del gruppo ribelle M23 nella provincia orientale.
A Goma, violenti scontri tra l’esercito congolese e i ribelli supportati dal Ruanda hanno causato decine di morti e centinaia di feriti, coinvolgendo anche forze Onu. Kinshasa chiede sanzioni contro Kigali, mentre le tensioni portano attacchi alle ambasciate di Francia, Belgio, Uganda, Ruanda e Kenya. A rischio il laboratorio Ebola, mentre dagli USA arriva un appello per il cessate il fuoco.

Il Papa: “Preoccupa la situazione in Congo, cessino le violenze”

Alla fine dell’udienza generale, Papa Francesco ha lanciato un appello:

Esprimo preoccupazione per l’aggravarsi della situazione securitaria nella Repubblica Democratica del Congo. Esorto tutte le parti in conflitto ad impegnarsi per la cessazione delle ostilità e per la salvaguardia della popolazione civile di Goma e delle altre zone interessate dalle operazioni militari… Seguo con apprensione anche quanto accade nella capitale Kinshasa, auspicando che cessi quanto prima ogni forma di violenza contro le persone e contro i loro beni. Mentre prego per il pronto ristabilimento della pace e della sicurezza, invito le autorità locali e la comunità internazionale al massimo impegno per risolvere con mezzi pacifici la situazione del conflitto.

Martedì 28 gennaio

Le Nazioni Unite denunciano che oltre 400.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case a causa dell’intensificarsi delle violenze in Repubblica Democratica del Congo.
Un numero che è quasi raddoppiato in pochi giorni, e che segna l’ennesima emergenza umanitaria in una regione già martoriata da decenni di guerra.

L’avanzata delle milizie M23

La crisi è aggravata dalla continua avanzata delle milizie M23 che ha preso sempre più terreno nel Nord Kivu. In queste ultime settimane, gli scontri tra l’esercito congolese (Fardc) e i ribelli si sono intensificati, con Goma, la capitale provinciale dove sono presenti gli orfanotrofi con i quali Ai.Bi. collabora, ormai quasi assediata.
La città, vicino al confine con il Ruanda, è anche il centro di una regione ricca di minerali, una risorsa ambita che ha alimentato conflitti per decenni.
La debolezza dell’esercito congolese e il supporto militare offerto dal Ruanda agli M23 hanno reso sempre più incerta la resistenza della città. Secondo alcuni esperti, l’esercito congolese non sarebbe in grado di fermare un’eventuale offensiva contro Goma, mentre le forze di pace delle Nazioni Unite, della missione Monusco, sono ormai impegnate in scontri diretti con i ribelli. Il bilancio delle vittime civili continua a crescere, con almeno 200 morti e centinaia di feriti a causa delle violenze. La missione delle Nazioni Unite ha intensificato il suo intervento, ma non è ancora chiaro se questo sarà sufficiente a fermare l’avanzata dei ribelli.
Secondo un rapporto dell’Onu, tra i 3.000 e i 4.000 soldati ruandesi supportano le operazioni degli M23, ma il governo di Kigali ha sempre negato un intervento diretto.
La conquista di Masisi da parte dei ribelli, un altro importante centro nel Nord Kivu, ha minato ulteriormente la posizione strategica di Goma. Le milizie M23 sono riuscite a stabilire una linea difensiva attorno alla città, mentre l’economia locale, basata anche sul porto di Minova, è sotto grave minaccia.

[Fonte: Avvenire]

I bambini dei centri FED e SODAS

Alessandro Solagna, cooperante di Ai.Bi. in Repubblica Democratica del Congo, ha spiegato com’è la situazione: “I quartieri settentrionali e occidentali di Goma sono vulnerabili al fuoco dell’artiglieria. È probabile che i combattimenti si intensifichino a breve, con possibili ripercussioni su tutta la città. Al momento, i bambini dell’orfanotrofio FED non sono direttamente esposti ai combattimenti, mentre i minori del SODAS sono più vicini alle zone di combattimento e il quartiere è a rischio. Per tutelare la loro sicurezza, tutti i bambini accolti si trovano all’interno dei due orfanotrofi e non possono uscire.”

Africa. Emergenza Abbandono in Repubblica Democratica del Congo

Sostenendo la campagna Africa. Emergenza Abbandono in Repubblica Democratica del Congo, ci aiuterai a proteggere da questa crisi senza precedenti i più vulnerabili: i bambini. E tra questi, gli ultimi degli ultimi: i bambini vittime dell’abbandono.

Ogni donazione gode delle seguenti agevolazioni fiscali.