Congo. Proseguono le rivolte, orami arrivate a Goma. La speranza dei colloqui di pace

Nella regione del Nord Kivu, in Repubblica Democratica del Congo, la situazione è sempre molto difficile, con gli scontri tra i ribelli e l’esercito regolare ormai alle porte di Goma. Ma il 21 novembre sono in programma dei colloqui di pace

Ormai dalla fine del 2021 la situazione nella zona nord est della Repubblica Democratica del Congo è molto tesa. Nelle ultime settimane, in particolare, i disordini tra l’esercito regolare congolese e i ribelli del gruppo M23 si sono intensificati, con questi ultimi che sono arrivati fino alle porte di Goma, la principale città del Nord Kivu dove Ai.Bi. opera da anni in favore dei bambini abbandonati e in difficoltà familiare.

Scontri alle porte di Goma e reciproche accuse tra ribelli e governo di Kinshasa

Secondo quanto riferito dall’ONU, i combattimenti recenti hanno portato allo sfollamento di quasi 190 mila persone mentre risulta impossibile verificare il numero dei decessi. Ma, in generale, tutte le notizie che arrivano da quella zona sono difficilmente verificabili, con il governo di Kinshasa che accusa il Ruanda di sostenere la rivolta (accusa ribadita, sembra, anche da un rapporto confidenziale delle Nazioni Unite), mentre i ribelli rivolgono accuse di violenze e bombardamenti indiscriminati nei confronti dell’esercito.
Fino a pochi giorni fa ci sono stati scontri particolarmente intensi nella località di Kibumba, a circa una ventina di chilometri da Goma, ma anche in questo caso le notizie che parlano di 15 civili rimasti uccisi sono molto difficili da confermare.

La speranza dei colloqui di pace

In questo scenario, la speranza di una tregua arriva dalla notizia che il prossimo 21 novembre riprenderanno i colloqui di pace a Nairobi. A provare a tessere la tela di una riappacificazione è soprattutto il presidente dell’Angola João Lourenço, attualmente alla guida della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi (Cirgl). L’obiettivo è quello di scongiurare un allargamento del conflitto agli Stati vicini, Ruanda in primis, vista la situazione precaria che dal Nord Kivu si è già estesa in tutto l’est della Repubblica Democratica del Congo, dove i ribelli proseguono le loro incursioni nei confronti delle quali l’esercito regolare si è già dimostrato piuttosto in difficoltà.
Di fronte a questa situazione e alle crescenti difficoltà, diventano ancor più fondamentali le attività di Ai.Bi. in favore dei bambini e delle famiglie più in difficoltà, in particolare nel contesto del progetto di Cooperazione InternazionaleDal nostro cuore a quello dell’Africa” finanziato dalla CAI e grazie alle adesioni di tutti i sostenitori al progetto “Adotta a distanza i bambini degli orfanotrofi del Congo, al quale chiunque può dare il proprio contributo.