Congo. La nuova visione del futuro dei care leavers che hanno partecipato alla formazione di Ai.Bi.

Si è concluso con grande soddisfazione e visibili cambiamenti il percorso di formazione dei care leavers e accompagnamento all’autonomia previsto dal progetto finanziato dalla CAI e coordinato da Ai.Bi. in Repubblica Democratica del Congo

Nel contesto di tutti i suoi progetti portati avanti nel corso degli anni in tanti Paesi del mondo, uno degli aspetti sui quali Ai.Bi. ha sempre puntato con grande decisione è la formazione e l’accompagnamento all’autonomia dei care leavers, ovvero quelle ragazze e quei ragazzi che, prossimi alla maggiore età, sono destinati a lasciare il sistema di assistenza per reinserirsi nella società. Un reinserimento molto complicato per chi per molti anni (se non per tutta la vita) ha vissuto in un orfanotrofio e non ha alle spalle una famiglia sulla quale poter fare affidamento.

La formazione all’autonomia dei giovani care leavers

Non stupisce, dunque, che anche all’interno del progetto “Dal nostro cuore a quello dell’Africa”, finanziato dalla CAI e coordinato da Ai.Bi. per le attività in Repubblica Democratica del Congo, è stato previsto un ciclo di formazione professionale per i carelavers con l’obiettivo di avviare un percorso di autonomia.
Al termine della formazione, si è svolto un incontro finale utile per valutare i risultati di quanto fatto nell’arco di un periodo che ha compreso: due mesi di incontri preliminari, sei mesi di formazione professionale e un ulteriore periodo di alcuni mesi di follow-up.
Durante l’incontro sono state poste ai ragazzi quattro domande molto semplici, così da comprendere il grado di autonomia raggiunta e la soddisfazione verso quanto appreso.
Alla domanda specifica sulla formazione, il 21% dei ragazzi ha risposto “bene” e il 79% “molto bene” rispetto all’organizzazione delle attività e dei laboratori.
Ha raccolto il 100% di “sì” la domanda se, grazie alla formazione, fosse stato possibile trovare un lavoro. È vero, non tutti i ragazzi hanno trovato un’occupazione fissa che li impegni tutta la settimana, ma tutti hanno comunque avuto modo di trovare una qualche forma di occupazione.
Anche rispetto all’autonomia raggiunta i ragazzi sono unanimi nel confermare di sentirsi capaci di provvedere a se stessi, pagare casa, alimenti e bisogni essenziali senza eccessiva difficoltà: per il 93% “bene” e per il 7% “molto bene”.
Tutti hanno anche confermato di essere in grado di risparmiare qualcosa, con qualcuno di essi capace già di arrivare a mettere da parte abbastanza risorse per acquistar qualche strumento necessario per il lavoro.

Il cambiamento psicologico dei care leaver durante il periodo di formazione

Oltre a raccogliere il parere dei care leavers, l’incontro è servito anche allo psicologo per valutare il profilo psicologico (stima di sé e depressione) delle ragazze e i ragazzi. Ma ancor prima che il professionista consegnasse le sue valutazioni, a tutti i collaboratori è stato chiaro come quel gruppo che inizialmente partecipava agli incontri in maniera timida, senza un’idea su cosa fare nella propria vita e spaventato al solo pensiero di uscire dall’orfanotrofio, fosse cambiato profondamente, senza più timore nel parlare e utilizzando un linguaggio che esprimeva la volontà e la consapevolezza di realizzare qualcosa nel futuro più immediato.
Il progetto della CAI è ormai alla sua fase finale, come era già previsto nel bando. Nell’attesa che, presto, nuovi progetti possano partire, le attività di Ai.Bi. in Repubblica Democratica del Congo, comunque, non si fermano, grazie al sostegno di tutti coloro che vorranno dare il proprio contributo sia con una donazione libera una tantum, sia aderendo al progetto: ““Adotta a Distanza i minori di un orfanotrofio in Congo”, a partire da 0,83 centesimi al giorno.