Coronavirus e adozioni: due storie di amore sospeso ai tempi del lockdown

Bimba indiana adottata dopo mesi ancora non ha raggiunto i genitori. Coppia romana bloccata in Colombia

Ha sette anni ed è stata adottata da una coppia italiana a gennaio, ma ancora non ha potuto “correre” nelle braccia dei propri genitori. A dividerli la pandemia di Coronavirus che ha bloccato il mondo intero. La bimba vive a Kanpur, in India, mentre i genitori sono due coniugi baresi ma residenti a Genova.

La coppia, formata da papà Pino e mamma Angela, che ha già un figlio adottivo, aveva ottenuto l’abbinamento nel 2019. Il 16 gennaio del 2020 i due si sono recati in India per partecipare all’udienza di adozione in tribunale. Ottenuto il via libera, si sono trattenuti per una settimana prima di tornare in Italia a sbrigare le ultime pratiche. Purtroppo, però, con l’arrivo del passaporto per la bimba è arrivato anche il lockdown per l’esplosione dell’epidemia in Italia…

Coronavirus: quell’amore sospeso in attesa di un volo. Causa lockdown

Altra parte del mondo, altra storia. In Colombia Sonia e Marco, una coppia laziale con già un figlio adottivo, era arrivata lo scorso 5 marzo, per andare a prendere Lucy, la loro seconda figlia appena adottata. Anche a loro, però, la pandemia ha giocato un brutto scherzo e sono rimasti bloccati laggiù, dove si trovano ancora oggi.

In loro soccorso è arrivata la CAI – Commissione Adozioni Internazionali. “Il tribunale – raccontano a Romatoday.it – ha riaperto lavorando in modalità telematica il 27 aprile e in pochi giorni abbiamo avuto la sentenza, fatto il passaporto a Lucy e ottenuto l’autorizzazione della CAI per il rientro in Italia. Quindi da circa una settimana abbiamo concluso tutto l’iter e saremmo pronti per rientrare, ma non ci sono voli che possano riportarci a casa”. Da cui l’appello alla Farnesina.

Il lockdown, la chiusura dei confini e la pandemia racchiudono tante storie come queste. Storie di persone, sentimenti, vite… sospese. Bloccate da eventi drammatici piombati all’improvviso sull’umanità intera. La speranza, ovviamente, è che queste situazioni possano risolversi al più presto.